Pd, parte la “scialuppa centrista”: via a Più Uno per superare Schlein
Dopo la cocente sconfitta referendaria, il Partito Democratico si trova in una fase di forte turbolenza, tra lotte di potere, divisioni e tentativi di rilancio. La leadership di Elly Schlein, ancora fragile, viene messa sotto pressione da vari fronti, mentre si delineano nuove strategie per affrontare le sfide future, in vista delle elezioni europee del 2026.
Le tensioni interne e le critiche a Meloni
Non sono bastate le recenti accuse alla premier Giorgia Meloni, accusata di “farsi selfie a Palazzo Chigi mentre le liste d’attesa crescono”, a distogliere l’attenzione dal vero nodo del partito: la tenuta della leadership di Schlein. All’interno del PD, infatti, cresce il malumore e si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile svolta.
Renzi e Landini: scontri e strategie
Matteo Renzi ha approfittato della situazione per attaccare Maurizio Landini, leader della Cgil, con parole dure: «Il referendum non ha chiarito chi debba guidare il centrosinistra, ma ha chiarito chi non deve farlo». L’ex premier ha sottolineato come il centrosinistra sia troppo litigioso e incapace di presentarsi unito contro un centrodestra ben organizzato, alimentando così il dibattito sulla necessità di una nuova leadership.
Il ritorno del “federatore” e il progetto di Bersani
Senza mai esplicitare una candidatura, molti esponenti dem mettono in discussione la stabilità politica di Schlein. Si torna a parlare di un “federatore”, un nuovo Romano Prodi capace di unificare le diverse anime del partito. Tuttavia, secondo Pierluigi Bersani, prima di pensare a un volto, bisogna costruire un progetto serio: «Prima il programma, poi il nome viene».
L’iniziativa “Più Uno” di Ruffini: un’area moderata in movimento
Intanto, Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha lanciato “Più Uno”, un’iniziativa civica che mira a riunire l’area moderata e riformista del centrosinistra, spesso distante dalla linea più ideologica di Schlein. «Ripartiamo dalle persone, non dai partiti», ha dichiarato Ruffini, richiamando la sua esperienza nei comitati per l’Ulivo e sottolineando l’importanza di un’alleanza più ampia e inclusiva.
Il sostegno dei riformisti e il rapporto con il M5S
Goffredo Bettini e Roberto Morassut sono tra i sostenitori di una “tenda dei moderati”, un’alleanza di governo che possa rappresentare un’alternativa credibile alla segreteria attuale. Morassut ha evidenziato come esistano forze liberali e cattolico-democratiche fuori dal PD pronte a dialogare, aprendo così a un possibile dialogo con altri attori politici.
Tuttavia, le tensioni con il Movimento 5 Stelle restano alte. Chiara Appendino ha criticato duramente la gestione del referendum e la “propaganda ideologica” del PD su temi come la cittadinanza, alimentando ulteriormente le divisioni tra le due forze di opposizione.
Il futuro del PD: nomi e scenari
Nel partito si fanno anche i nomi di possibili candidati alla leadership. Se dovesse essere riaperta la possibilità del terzo mandato alle Regionali, Michele Emiliano potrebbe ricandidarsi in Puglia, lasciando spazio ad Antonio Decaro, oggi in pole come possibile sfidante di Schlein in un congresso anticipato.
Verso un nuovo equilibrio
I comitati “Più Uno”, promossi da Ruffini, rappresentano il primo passo di una riorganizzazione silenziosa ma decisa dell’area moderata del centrosinistra. L’obiettivo è costruire un’alternativa a Schlein, senza dichiarare guerra aperta, ma puntando a riconquistare il centro dell’elettorato e a prepararsi alle sfide delle prossime Europee.