Papa Leone arriva tardi in udienza, la sua reazione spiazza: “Vorrei scusarmi”
Una giornata ricca di significato storico e spirituale si è svolta oggi nella Città Eterna, con un evento di grande rilievo per il mondo cristiano e non solo. La Sala Clementina, all’interno dei Musei Vaticani, ha ospitato un importante incontro tra il Papa e i partecipanti al simposio ecumenico dedicato ai 1.700 anni del Concilio di Nicea. L’evento, organizzato presso l’Angelicum, si inserisce in un momento cruciale per il dialogo tra le diverse confessioni cristiane, con l’obiettivo di rafforzare i legami e superare le divisioni che ancora segnano il panorama religioso mondiale.
Un’atmosfera di speranza e comunione
L’ambiente nella Sala Clementina era solenne ma anche permeato da un forte senso di speranza e apertura. La ricorrenza dei 1.700 anni del Concilio di Nicea ha offerto l’occasione per riflettere su questioni fondamentali della fede cristiana, tra cui la celebrazione della Pasqua, festa centrale per tutte le Chiese. È stato un momento di profonda comunione, in cui le differenze dottrinali sono apparse come un terreno su cui costruire piuttosto che come un ostacolo insormontabile.
Durante l’udienza, Papa Leone XIV ha accolto i partecipanti con parole di umiltà e gratitudine, aprendo il suo discorso a braccio con una nota personale: «Vorrei scusarmi per il leggero ritardo e chiedervi anche pazienza. Non è ancora trascorso un mese dal mio nuovo incarico, quindi ci sono molte esperienze di apprendimento. Ma sono molto felice di essere con voi».
L’episodio curioso con i calciatori del Napoli
L’evento è stato segnato anche da un episodio divertente. Papa Leone XIV, accogliendo i giocatori del Napoli presenti a Roma, ha confessato con un sorriso: «Non sono romanista, ma la mia cuoca napoletana voleva essere qui». Tuttavia, l’udienza si è protratta oltre il previsto, causando un piccolo inconveniente: i calciatori hanno perso il treno di ritorno, aggiungendo un tocco informale e umano alla giornata.
Un appello per l’unità cristiana: la Pasqua nello stesso giorno
Nel suo discorso, il Santo Padre ha affrontato un tema di grande attualità e importanza per il cammino ecumenico: la possibilità di celebrare la Pasqua nello stesso giorno. Ricordando come nel 2025 tutti i cristiani abbiano celebrato la festività in concomitanza, Leone XIV ha ribadito la disponibilità della Chiesa cattolica a favorire un accordo condiviso.
«Le differenze nei rispettivi calendari non permettono più ai cristiani di celebrare insieme la festa più importante dell’anno liturgico, causando problemi pastorali, dividendo le famiglie e indebolendo la credibilità della nostra testimonianza del Vangelo», ha dichiarato il Papa. Ha sottolineato come diverse soluzioni siano state proposte e come sia fondamentale rispettare i principi stabiliti dal Concilio di Nicea. «È essenziale – ha aggiunto – che questa celebrazione, la “Festa delle Feste”, diventi un’occasione di unità e non di divisione».
Papa Leone XIV riceve in udienza il presidente dell’Argentina Javier Gerardo Milei, Città del Vaticano 7 giugno 2025. ANSA/VATICAN MEDIA + UFFICIO STAMPA, PRESS OFFICE, HANDOUT PHOTO, NO SALES, EDITORIAL USE ONLY + NPK – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –
Pope Leo XIV receives in audience the President of Argentina Javier Gerardo Milei, Vatican City 7 June 2025. ANSA/VATICAN MEDIA + PRESS OFFICE, HANDOUT PHOTO, NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +
Un futuro di dialogo e collaborazione
L’appello di Papa Leone XIV si inserisce in una visione più ampia di dialogo e collaborazione tra le confessioni cristiane, con l’obiettivo di superare gli ostacoli storici e pastorali che ancora impediscono una piena comunione. La celebrazione di una Pasqua unitaria rappresenta, per il pontefice, un passo fondamentale verso una testimonianza credibile e unitaria del Vangelo nel mondo contemporaneo.
Una giornata che ha rafforzato la speranza di un futuro di maggiore unità tra i cristiani, in un cammino di dialogo e rispetto reciproco, per testimoniare insieme il messaggio di amore e speranza che il Vangelo porta nel cuore di ogni credente.