Palermo, retata di boss della mafia nigeriana. I riti horror dell’affiliazione: «Ti strappiamo gli occhi»

Riti vodoo, minacce, botte: la mafia nigeriana che da qualche anno spadroneggia in Italia riserva sempre più spesso delle sorprese horror. Come a Palermo, dove è in corso dalle prime luci dell’alba una vasta operazione della Polizia di Stato denominata ”No Fly Zone” che ha disarticolato un sodalizio criminale di stampo mafioso, denominato ”Eiye” ramificato su tutto il territorio nazionale. La Squadra Mobile di Palermo sta eseguendo diversi fermi di indiziato di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di altrettanti cittadini nigeriani accusati di far parte dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, “come dimostrato dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Palermo coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che si sono avvalse di attività tecniche, dichiarazioni di collaboratori e dichiarazioni testimoniali”. L’attività investigativa della Squadra Mobile ha preso spunto dalla denuncia di una ragazza nigeriana vittima di tratta e di sfruttamento della prostituzione, che ha fornito agli agenti significativi elementi in ordine all’appartenenza agli Eiye del suo sfruttatore. E’ stata quindi individuata la casa di prostituzione all’interno del quartiere storico di Ballarò ed avviata una capillare attività investigativa che ha consentito di ricostruire l’organigramma dell’associazione a livello locale, fino a giungere all’identificazione dei suoi vertici.

La violenza della mafia nigeriana

Nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi violenti riconducibili all’associazione e alla sua capacità di imporsi sul territorio, nonché diverse attività delittuose connesse allo spaccio di stupefacenti e alla prostituzione, principalmente localizzate nel quartiere Ballarò di Palermo. Numerose anche le riunioni tra i sodali documentate nel corso delle indagini, tra cui in particolare una relativa al ”battesimo di un nuovo Bird”, con la captazione dell’intero rito da parte degli investigatori. Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, come gli stessi membri cercassero di mascherare l’associazione a delinquere ”Eiye”, costituendone una regolare denominata ”Aviary”. Sono numerosi i segreti rivelati dai due pentiti della mafia nigeriana. E’ stata una microspia a registrare quanto accade in una casa di Ballarò a Palermo. L’adepto, a conferma di quanto raccontato dai collaboratori, viene prima spogliato e poi preso a calci e pugni. Successivamente è costretto a bere un liquido composto dal suo stesso sangue e le sue lacrime.

I riti horror dell’affiliazione

“Lacrime e sangue vengono mescolate con alcol, riso e tapioca, viene chiesto di giurare fedeltà e totale silenzio sulle pratiche dell’organizzazione”, si sente nelle registrazioni delle microspie. I nuovi adepti, prima di aderire alla costola mafiosa della mafia nigeriana, come documentato dagli inquirenti, devono anche prestare una sorta di giuramento, registrato dalle microspie. “…Debitamente giuro – dice il nuovo affiliato – di sostenere Eiye confraternita moralmente, spiritualmente, finanziariamente e in qualsiasi altro modo e se non lo faccio, che il vulture (avvoltoio ndr) spietato mi strappasse gli occhi…”.

La soddisfazione di Salvini

«Altro colpo alla mafia nigeriana, con tredici fermi disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Violenti, organizzati, senza scrupoli: i boss africani rappresentano un pericolo crescente che va subito estirpato. Grazie a Forze dell’Ordine e inquirenti’», è il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini.