Ora nell’hotspot “colabrodo” è esploso l’inferno del Covid

La notizia è stata battuta dalle agenzie alle 14.30, dopo l’annuncio dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa. A Pozzallo è esploso un focolaio all’interno dell’hotspot che accoglie i migranti sbarcati in Sicilia. Ad essere risultati positivi sono 64 persone dopo aver effettuato il tampone.

L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza ha subito commentato la notizia dal suo profilo Facebook: “Ho appena appreso dai sanitari dell’Asp di Ragusa che a Pozzallo altri 64 migranti sono risultati positivi al Coronavirus – dice -. Tutto questo in un solo giorno. Spero che adesso si capisca perchè da mesi parliamo della necessità di un protocollo sanitario e di pesanti sottovalutazioni da parte di Roma”. Razza nel suo intervento sottolinea la mancanza di decisioni adottate dal governo nazionale e che di fatto stanno contribuendo drasticamente al contagio continuo dei migranti tra loro con pesanti ripercussioni in termini di sicurezza per chi invece, vive ogni giorno in quelle zone. “Spero che ora tutti comprendano che nessuno ha mai voluto strumentalizzare alcunché: semmai si sta verificando semplicemente quello che avevamo rappresentato da subito alle autorità competenti – afferma Razza -. Basta. La Sicilia non lo merita”.

Ma cosa sta succedendo a Pozzallo? L’emergenza sanitaria esplosa all’interno dell’hotspot ha radici lontane. Per ricostruire quello che è successo nelle ultime ore dobbiamo tornare indietro di almeno due settimane. All’inizio del mese di agosto, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, dichiara che gli ospiti alloggiati all’hotspot erano 239, di cui 20 positivi al Covid e sistemati in due tende all’interno della struttura, divisi dagli altri. Giorno 7 agosto i positivi erano 54. La situazione precipita nei giorni successivi, con uno sballottamento che porta all’aumento della curva dei contagi all’interno della struttura. Ieri venti migranti sono riusciti a scappare dall’hotspot e tra i fuggitivi sono risultati altri due positivi. Il giorno prima si registrano 37 positivi. Adesso la notizia di 64 migranti positivi in un solo giorno ha fatto balzare dalla sedia i vertici dell’assessorato alla Salute. La situazione è diventata ingestibile. Una notizia che preoccupa, soprattutto perché la curva dei contagi in Sicilia continua ad aumentare nonostante divieti e restrizioni. Secondo il bollettino del ministero della Salute, nelle ultime 24 ore in Sicilia i nuovi contagi sono 32. Complessivamente i positivi sono 450, di cui 6 in terapia intensiva e 399 in isolamento domiciliare, a cui vanno chiaramente aggiunti anche i casi dei migranti risultati positivi al tampone.

Dopo le fughe dei giorni scorsi dall’hotspot di Pozzallo, stamani su richiesta del sindaco si è tenuta una riunione in Prefettura del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. In totale all’interno della struttura ci sono 165 migranti; con i 64 casi di positività riscontrati oggi, i positivi al covid in tutto sono 73. Al centro di contrada Cifali tra i territori di Comiso e Ragusa i migranti ospitati sono 81, tra questi ce ne sono 9 positivi. La situazione a Pozzallo è quella più preoccupante: i contagi si autoalimentano all’interno, facendo scattare ogni volta una nuova quarantena per tutti anche se, una volta riscontrati i casi positivi, i migranti vengono trasferiti in un’altro settore della struttura. Il sindaco di Pozzallo ha voluto sottolineare che l’unico sistema efficace per contenere il virus sia quello della quarantena ma i due episodi di fughe in massa dal centro – sarebbero state coinvolte una sessantina di migranti – preoccupano e diventano intollerabili per tenuta generale della sicurezza e con sicurezza si intende sia quella sanitaria, che l’ordine pubblico tanto che ha richiesto l’intervento dell’Esercito e delle forze dell’ordine per monitorare la situazione. “Tra i miei concittadini c’è timore, un sentimento che rischia di trasformarsi in intolleranza, un sentimento che qui non c’è mai stato”, dice il sindaco preoccuato e turbato dalle continue fughe dall’hotspot. “È una struttura sicura, militarmente perfetta – sottolinea il primo cittadino all’Adnkronos-, ecco perché questi continui allontanamenti mi lasciano perplesso e sbalordito. I migranti se rimangono in quarantena, assistiti e controllati, non esiste alcun problema, ma se dovessero continuare le fughe sarò costretto a supportare personalmente le Forze dell’Ordine, insieme alla Giunta ed alle altre istituzioni disponibili, anche a costo di piantare una tenda davanti all’hotspot per provare ad impedirle”. Il prefetto di Ragusa ha dato la notizia che da lunedì 17 agosto la presenza militare all’hotspot di Pozzallo sarà potenziata con l’aggiunta di altri novanta militari.

La situazione è tesa anche a Messina, dove l’altro hotspot di contrada Bisconti è finito al centro delle cronache per altre fughe. Tra sovraffollamento, problemi sanitari e di sicurezza gli hotspot sono totalmente fuori controllo. “I siciliani sono esasperati da questa situazione che sembra peggiorare ogni giorno di più”, denunciano il segretario regionale della Lega in Sicilia, Stefano Candiani, e i vicesegretari, Fabio Cantarella e Francesco Di Giorgio. Una situazione che sarebbe stata anche aggravata dalle numerose segnalazioni di cittadini preoccupati dalle precarie situazioni igieniche dei centri di accoglienza, ma soprattutto dai problemi di ordine pubblico e dalle continue fughe di migranti positivi al Covid. “A Lampedusa questa notte si sono registrati altri arrivi per un hotspot al collasso – spiegano i vertici siciliani della Lega – e un furgone incendiato. A Messina, invece, la situazione è critica per le continue fughe dal centro anche di migranti risultati positivi al Coronavirus. La Sicilia è sola – denunciano Candiani, Cantarella e Di Giorgio -. Mentre il presidente Musumeci è costretto a prendere nuove misure per cercare di contenere il contagio e i siciliani sono richiamati alla prudenza e a comportamenti responsabili, i centri di accoglienza sono lasciati dal governo nel caos più totale. Anzi la sola idea del governo Conte-Pd-5Stelle è quella di creare una nuova tendopoli per migranti a Vizzini estendendo così i problemi a un’altra zona dell’Isola”, concludono.

Al di là delle parole restano i numeri e quelli sono lucidamente freddi e incontrovertibili. In Sicilia c’è un aumento dei contagi. Il governatore Musumeci è stato costretto a firmare una nuova ordinanza, rivolta a tutta la cittadinanza. Un rigido protocollo che si basa sui principi di distanziamento, obbligo della mascherina e buon senso diffuso con controlli serrati e ingressi limitati nei locali e negli esercizi pubblici. Sui migranti è stato dedicato anche un articolo specifico della nuova ordinanza che prevede un’adeguata profilassi sanitaria con visita medica di tutti i soggetti interessati. Il divieto di allestire o utilizzare tensostrutture è determinato dai frequenti e deprecabili episodi quotidiani di fuga dei migranti e dalla pericolosa promiscuità che si determina fra gli stessi ospiti, con gli assembramenti. “I luoghi destinati alla quarantena dei migranti, invece, saranno definiti solo dopo il parere dell’autorità sanitaria che dovrà verificare la conformità dei siti alle regole di prevenzione del contagio e distanziamento interpersonale”, si legge nella nota diffusa dalla Regione.