Ora la sardina sfida Salvini: “Anticorpi contro aggressivi”

 

Mattia Santori, uno dei quattro leader delle sardine, in questi giorni è un po’ sulla bocca di tutti.

Dopo la manifestazione in piazza a Bologna, infatti, è quasi impossibile non parlare di lui e dei suoi tre amici. Mattia, però, dice di non sapere dove porterà questo movimento “nato dal basso”, non sa se darà vita a un partito (ma intanto ha registrato il simbolo all’agenzia marchi dell’Ue) e giura di non avere alle spalle nessun politico (mezza verità). Ma in tutta la sua innocenza e con la faccia pulita, sta iniziando ad apprezzare il successo (anche se a noi aveva detto che la fidanzata poco sopporta questo tam tam mediatico). Apprezza talmente tanto che ora – sempre sorridendo – inizia a lanciare i primi guanti di sfida.

In collegamento con Mezz’ora in più in onda su Radio3, infatti, Mattia Santori spiega che la sardina è nata come reazione legata al territorio bolognese. Territorio rosso per antonomasia. E qui inizia la provocazione: “Lì ci siamo sentiti invasi da un discorso politico basato su aggressività, sceneggiate e falsità. Il nostro è un ruolo di anticorpi. Siamo più un anticorpo che un movimento politico”. Non cita Salvini, ma è chiaro che si riferisca a lui. E proprio a Bologna, visto il gran successo di quella “prima volta in piazza delle sardine”, si è creato un quartiere generale di 20 persone che stanno lavorando per “riempire le piazze di persone reali, di un territorio vero che esprime un’alternativa rispetto al pensiero unico dominante del populismo”. Dice.

Mattia, quindi, si loda (e si sbroda) da solo e ora vede per le sardine anche un “ruolo” ben preciso. Il leader dei pesciolini, infatti, dice che da “Bologna abbiamo suonato la sveglia, non ci facciamo domande sul futuro perché il presente è abbastanza denso”. (Non si faranno domande sul futuro, ma intanto si stanno già organizzando. Ma non parlate di partito. Sia mai) Mattia, sempre a Mezz’ora in più, tenta di prendere le distanze (per un attimo) da “posizioni politiche” specifiche, anche se andando un po’ a scavare nel passato delle quattro sardine i riferimenti rossi sono sotto gli occhi di tutti. Ma quando anche lui si rende conto di averla sparata troppo grossa, rinsavisce e ammette che nel caso dell’Emilia Romagna “c’è un progetto di centrosinistra molto ampio, c’è il Pd, c’è un progetto di Emilia Romagna futura, c’è la società civile. Il centrosinistra ci rappresenta bene”.

L’idea di centrosinistra, quindi, c’è. Lo dice lui. Voglia di riempire le piazze, pure. Ma attenzione, Mattia mette già le mani avanti: “Se queste piazze piene non si trasformeranno in urne piene, evidentemente, c’è un problema di fondo, ma non me ne sentirei la responsabilità”. Insomma, da sinistra le provano tutte per rilanciarsi. Ma se falliscono la colpa (come sempre) non è di nessuno.

 

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