Open Arms, sbarcano i minori Salvini: “Ok, ha deciso Conte”

 

Lo scontro tra il vicepremier Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte si accende sempre di più.

Dopo la lettera da parte del presidente del Consiglio in cui ha chiesto di far sbarcare i minori a bordo di Open Arms, adesso arriva la replica del ministro degli Interni. Una replica chiara in cui vengono di fatto rifiutate le responsabilità per una scelta che il ministro definisce “personale” del premier. Il titolare del Viminale dunque sottolinea che la scelta di far scendere a terra i minori che si trovano a bordo di Open Arms è interamente del premier: “Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms. Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinchè non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione, non senza ribadirTi che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle regioni di diritto che ho avuto modo di esporti”, scrive il ministro degli Interni nella sua lettera al premier.

Poi afferma di rispettare la scelta di Conte e di dar seguito allo sbarco: “Lo farò – aggiunge Salvini – perchè coerentemente e profondamente convinto delle mie ragioni e per evitare che la tua decisione per il caso Open Arms costituisca un pericoloso precedente per tutti coloro che potranno ritenere normale individuare il nostro paese come unico responsabile dell’accoglienza e assistenza di tutti i minori non accompagnati (o presunti tali) presi a bordo in qualsiasi angolo del Mediterraneo o del mondo. Lo farò, inoltre, perchè animato dallo spirito di affermare la dignità del nostro paese e delle istituzioni che lo rappresentano che non può essere messa in discussione e irrisa da discutibili comportamenti di soggetti privati stranieri che peraltro dimostrano continuamente che mai si sognerebbero di lanciare simili sfide agli ordinamenti e alle istituzioni di altri paesi meno che meno a quelli di propria nazionalità”. Il premier poi sottolinea come questa mossa sia dettata da motivazioni emozionali che da ragioni giuridiche. Insomma il vicepremier si dissocia dalla scelta del ministro e ricorda a Palazzo Chigi che dal punto di vista giuridico non c’è alcuna violazione da parte del Viminale nell’opporsi allo sbarco. E così sul fronte della Open Arms si rompe ancora una volta la quiete tra Viminale e Palazzo Chigi, il tutto in attesa del redde rationem in Parlamento del prossimo 20 agosto.