Open Arms, parla don Vitaliano, il prete rosso: «È la prova della disumanità di Salvini»

Open Arms? «E’ la manifestazione della disumanità del ministro Matteo Salvini». Don Vitaliano Della Sala commenta ancora una volta con livore, alla sua maniera, la linea del rigore sui nostri confini portata avanti dal Viminale contro l’immigrazione. Mancava ancora la voce del parroco ‘no global’ che sta facendo del vicepremier leghista un’ossessione. Il prete rosso lo scorso inverno era finito sotto i riflettori per aver fatto cantare ‘Soldi’ di Mahmood prima di una messa nella sua parrocchia di Mercogliano, nell’avellinese. Ora vuole dire la sua sulla vicenda della nave Open Arms. Ancora una volta Matteo Salvini per Don Vitaliano è il male assoluto, la causa del flagello dell’immigrazione. «Tutta la politica che Salvini ha messo in atto contro i migranti non risolve il problema dei flussi migratori – continua -, anzi: visto che si tratta di un ministro, diventa anche stimolante per tante persone fragili che si sentono autorizzate a comportarsi in maniera disumana nei confronti di chi è diverso».

Le altre “perle” di Don Vitaliano
Tutti dovrebbero sbarcare in Italia per Don Vitaliano, che non si interroga sulla filiera dei trafficanti di esseri umani, sul business delle ong sulla pelle dei disperati, sulle provocazioni messe in atto contro l’Italia, sul perché Spagna e Malta abbiano rifiutato i loro porti. No. Don Vitaliano è uno che ha pratica solo l’invettiva ad personam. Del resto, uno che ha scritto più volte che «Salvini strumentalizza la fede come i terroristi» , che «è il ministro della paura», cos’altro può argomentare?. Ora continua su questa linea. «Chiudere i porti e lasciare per 15 giorni degli esseri umani in mezzo al mare non risolve nulla, è solo dimostrazione di disumanità», ribadisce. E sulla decisione dei due ministri pentastellati Trenta e Toninelli di non firmare il decreto di chiusura del porto di Lampedusa sferza: «Lega e Movimento 5 Stelle hanno litigato, quindi si fanno questi dispettucci, ma mi fa comunque piacere che, seppur con ipocrisia, qualcuno al governo si opponga alle posizioni del ministro dell’Interno».