Occhio alla pensione: cosa rischiano gli statali senza Green pass

Da venerdì 15 ottobre entrerà in vigore l’obbligo di avere il Green pass per tutti i lavoratori, pubblico impiego compreso che dovrà dire addio allo smart-working. Sono infatti ormai alla firma del presidente del Consiglio Mario Draghi le linee guida messe a punto dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta e dal titolare della Salute Roberto Speranza per il controllo e la verifica del certificato verde nella Pubblica amministrazione, in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo della certificazione per tutti i lavoratori. Attraverso le linee guida, che avevano ricevuto il via libera della Conferenza Unificata il 7 ottobre, verranno date a tutte le 32mila amministrazioni pubbliche italiane indicazioni omogenee per l’operatività e i conseguenti metodi di controllo. Per diventare un provvedimento operativo manca solo un ultimo passaggio formale.

Cosa cambia da venerdì

Dal 15 ottobre vi è l’obbligo di possedere e di esibire su richiesta il Green pass, questa è la condizione per l’accesso al luogo di lavoro e per lo svolgimento della prestazione lavorativa, fatta eccezione solo per i soggetti esenti dalla campagna vaccinale su adeguata certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti dal ministero della Salute. La certificazione verde sarà necessaria non solo per i dipendenti ma anche per tutte le persone che dovranno accedere alle strutture per varie ragioni. Solo gli utenti potranno accedere negli uffici pubblici senza dover mostrare il certificato. Anche coloro che saranno destinati allo smart-working, che verrà comunque notevolmente ridotto, dovranno avere il Green pass. Qualora un lavoratore senza certificato venga destinato al lavoro agile verrà considerato come un modo di elusione della norma in vigore. Essere in possesso della certificazione verde non esclude dagli obblighi di isolamento e di comunicazione in capo a chi dovesse contrarre il Covid-19 o trovarsi in quarantena.

Controlli

Ciascuna amministrazione è autonoma nell’organizzare le modalità di controllo. Dovranno essere eseguiti dai datori di lavoro e quindi dalle amministrazioni statali e locali, che dovranno dunque organizzarsi, utilizzando metodi di accertamento che non portino a ritardi o code all’ingresso o assembramenti e che siano compatibili con la disciplina in materia di privacy. Gli accertamenti potranno essere svolti quotidianamente e preferibilmente all’accesso della struttura, a campione, in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione, oppure a tappeto, con o senza l’utilizzo di sistemi automatici. Verranno rese disponibili in tempo utile specifiche funzionalità per la verifica automatizzata dei Green pass da parte delle amministrazioni. Nel caso di un malfunzionamento di tali soluzioni, sarà consentito l’utilizzo dell’applicazione “Verifica C19”, che è disponibile gratuitamente sulle principali piattaforme per la distribuzione delle applicazioni sui dispositivi mobili. Una novità importante arriva dal recente decreto sulle riaperture: in base all’articolo 3 i datori di lavoro, inclusi quelli pubblici, al fine di organizzare meglio i controlli e il lavoro, potranno chiedere ai lavoratori le comunicazioni relative al possesso del certificato verde, con un preavviso necessario a soddisfare le esigenze organizzative. Quindi la richiesta del Green pass potrà avvenire anche in anticipo.

Strumenti tecnici specifici

La verifica della certificazione potrà essere integrata nei sistemi di controllo agli accessi fisici o della temperatura. Per le amministrazioni che usano la piattaforma NoiPa del ministero dell’Economia sarà anche possibile l’interazione con la piattaforma nazionale DGC per la certificazione verde. Per le amministrazioni che contano più di 50 dipendenti, con priorità per quelle che non usano la piattaforma NoiPa, sarà disponibile un nuovo servizio sul portale istituzionale dell’Inps che provvederà a interrogare come intermediario proprio la piattaforma DGC o anche utilizzando l’applicazione “Verifica C 19” precedentemente spiegata.

Ecco chi dovrà avere il Green pass

Da venerdì 15 ottobre i dipendenti di tutte le amministrazioni pubbliche avranno l’obbligo di possedere ed esibire su richiesta la certificazione. Condizione necessaria per poter accedere al luogo di lavoro e svolgere la prestazione lavorativa. Chiunque, non solo il personale dipendente, voglia accedere a un ufficio pubblico, fatta eccezione per gli utenti, dovrà avere il certificato, compresi i visitatori, le autorità politiche, i lavoratori di soggetti terzi che svolgano attività a favore della Pubblica amministrazione e gli addetti alla manutenzione.

Le eccezioni

Sono esclusi dall’obbligo di avere il Green pass per accedere nel luogo di lavoro i soggetti dipendenti della Pa che sono esenti dalla campagna vaccinale sulla base di certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti dal ministero della Salute. Infatti, secondo il ministero, la certificazione di esenzione alla vaccinazione anti-Covid viene rilasciata nel caso in cui la vaccinazione stessa venga omessa o differita per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate, che la controindichino in maniera permanente o temporanea. I soggetti esenti dovranno comunque venire informati sulla necessità di continuare a mantenere le norme di prevenzione.

Isolamento e obbligo di quarantena

Anche con il Green pass permangono gli obblighi di isolamento e di comunicazione per chi dovesse contrarre il virus o sia in quarantena. Il soggetto positivo dovrà restare isolato in casa, lontano da altri familiari e potrà uscire solo per necessità di assistenza medica. Coloro che sono vaccinati ma sono stati esposti a un caso confermato di Covid dovrà restare in quarantena per 7 giorni ed sottoporsi a un test molecolare o antigenico. Senza test diagnostico la quarantena salirà a 14 giorni.

Sanzioni

Un lavoratore trovato senza Green pass dovrà essere allontanato dal luogo di servizio e verrà considerato assente ingiustificato fino a quando non mostrerà il certificato. Nel periodo di assenza rientrano anche le eventuali giornate festive o non lavorative. Durante le giornate di assenza ingiustificata non verrà corrisposto lo stipendio, né altro compenso o emolumento, incluse le componenti di natura previdenziale. La pensione potrà quindi essere ritardata a causa dei mancati contributi. I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio.

Smart-working

Per i dipendenti pubblici dal 15 ottobre si tornerà al lavoro normale in presenza, ma sarà comunque possibile, in misura limitata, ricorrere ancora allo smart-working. Non potrà comunque essere un modo per evitare l’obbligo di Green pass. Infatti, all’interno delle linee guida è specificato in modo esplicito che non sarà consentito individuare i lavoratori da adibire a lavoro agile sulla base del mancato possesso del certificato verde o dell’impossibilità di esibire la certificazione. Quindi, senza la certificazione sarà impossibile lavorare da casa e verranno comunque applicate le sanzioni.

Entrata e uscita dal luogo di lavoro

Con il ritorno al lavoro in modalità normale in presenza si crea il problema dei flussi. Quello che si vuole evitare è che si creino assembramenti o file durante l’accesso e la verifica del certificato. Ogni amministrazione dovrà quindi pensare ad allargare le fasce di entrata e di uscita dai luoghi di lavoro. Ove non vi sia la possibilità di spazi sufficientemente grandi per poter assicurare il rispetto delle distanze, potranno essere previste delle turnazioni.

Trasporti e spostamenti

Con il ritorno in presenza dei lavoratori pubblici si rende necessaria la creazione, da parte dei mobility manager aziendali delle amministrazioni pubbliche, di piani per gli spostamenti dei lavoratori da casa al lavoro, tenendo conto anche delle disposizioni relative all’ampliamento delle fasce di entrata e di uscita dalle sedi di lavoro. I Comuni svolgeranno un’azione di raccordo costante con i mobility manager aziendali. Le Regioni e gli enti locali dovranno emanare apposite disposizioni per adeguare tempestivamente i piani di trasporto pubblico locale alle nuove fasce di flessibilità della Pa.