“O scendi in strada a prostituirti o ti faccio del male”: così gli aguzzini ricattavano le vittime

Si erano prostituite per far fronte a dei problemi economici ma poi, sono cadute dentro la rete dei loro aguzzini che le hanno costrette, dietro pesanti minacce, a continuare l’attività sotto il loro diretto controllo.

Le vittime, stanche dei continui soprusi, hanno trovato il coraggio di recarsi dai carabinieri e denunciare tutto. Siamo a Lesina, in provincia di Foggia e questa è la storia di alcune donne di nazionalità estera che, recandosi nel locale comando dell’Arma, hanno raccontato quello che erano costrette a subire chiedendo disperatamente aiuto ai militari. Volevano ritornare alla normalità e riprendere in mano le redini della loro vita. Cosa impossibile, fino a qualche giorno fa, a causa dei loro “protettori” che le tenevano sempre sotto controllo. Dopo la denuncia, i militari hanno dato il via alle indagini effettuando una serie di servizi di pedinamento e osservazione per trovare dei riscontri nel racconto reso dalle vittime.

Nel corso delle attività di monitoraggio, i militari hanno avuto modo di vedere che le denuncianti erano costrette a prostituirsi nelle strade del territorio. Il meccanismo era sempre lo stesso: le donne venivano accompagnate in macchina da uno degli aguzzini che abusava anche sessualmente di loro, e ne garantiva protezione. Assieme all’uomo vi erano altri due complici, un altro uomo e una donna. Entrambi si occupavano di gestire la “contabilità” delle loro vittime. I due “esperti contabili” minacciavano le loro vittime a prostituirsi dietro grave minacce di ritorsione. Ovviamente nessuna osava ribellarsi.

Dopo aver raccolto materiale probatorio sufficiente, i carabinieri, indossando abiti civili, sono intervenuti nella flagranza, mentre le ragazze venivano accompagnate in una casa di fortuna nella zona di Marina di Lesina. Lì, tutte le malcapitate versavano al loro aguzzino il provento della loro attività. Di fronte a questo gesto, i carabinieri sono intervenuti bloccando l’accompagnatore e liberando le prime due vittime. Subito dopo, gli uomini dell’Arma si sono recati in un altro casolare riuscendo a fermare gli altri due complici che, nel frattempo, tenevano rigidamente sotto controllo altre tre donne, anch’esse liberate.

Nel corso delle perquisizioni svolte in quella casa, i carabinieri hanno avuto modo di rinvenire tutti i libri contabili dove venivano annotate le attività compiute dalle prostitute. Vi erano tutti gli appunti indicanti nel dettaglio, l’incasso giornaliero di ogni singola donna, nonché il danaro provento dello sfruttamento. A dare conferma del modus operandi degli aguzzini, avvalorando quanto già sospettato dai militari, sono state le testimonianze delle vittime salvate. Per i tre delinquenti è scattato quindi il provvedimento di fermo di polizia giudiziaria con il divieto di dimora in Marina di Lesina.