Nuove farneticazioni di Michela Murgia: se uno straniero delinque o uccide è colpa degli italiani

Le riflessioni di Michela Murgia, tra le più brillanti intellettuali di sinistra in circolazione (la stessa del concetto di “Matria” e del “Test per vedere quanto sei fascista”), sono sempre affascinanti. L’altro ieri, dalla Gruber, a Otto e Mezzo, ha commentato così l’assassinio di don Roberto Malgesini, attribuito a un immigrato irregolare: «Chi è clandestino commette più reati, quindi bisogna integrare queste persone perché tra italiani e immigrati regolari c’è la stessa percentuale di delinquenza». Vi è sfuggito il nesso? Per forza: siete i brutali figli della società patriarcale e maschilista.

Il ragionamento ha invece una sua fine logica: la frustrazione derivata dal “no” opposto a un diritto, a una richiesta precisa o a una generica esigenza di migliorare le proprie condizioni di vita produce disagio, frustrazione e rabbia che possono sfociare in atti criminali. Qualcuno di voi obietterà che la libertà di vivere in un altro paese non è affatto cosa dovuta, ma vi chiariremo le idee esportando il criterio della Murgia ad altri diritti indiscutibili per gli stessi cittadini italiani: sicurezza, casa, lavoro. Seguendo lo stesso ragionamento della nostra critica letteraria, se un cittadino italiano lancia delle Molotov su un campo rom, non lo fa in quanto razzista, ma semplicemente perché è esasperato. Bisognerebbe quindi accontentarlo, procedere allo smantellamento del campo nomadi e aprire un commissariato di zona.

Se l’Autorità non avesse opposto un esasperante “no” al ripristino di legalità e vivibilità, la frustrazione di quell’individuo non avrebbe assunto tratti violenti. Se qualcuno occupa un appartamento altrui, nell’assenza del proprietario, non va punito: la colpa non è dell’occupante, ma dello Stato che non gli ha garantito una casa popolare. Quindi, che si aprano subito dei nuovi cantieri. Oppure, se un tizio si mette a fare lo spacciatore, reo è lo Stato che dovrebbe, piuttosto, trovargli un posto di vigile urbano, di bidello, o di impiegato comunale per evitare che quella persona venda il crack fuori dalle scuole.

Fegatacci di tutto il mondo unitevi e tranquillizzatevi: la soluzione non sarà più reprimere comportamenti criminali o allontanare dalla società individui pericolosi, ma eliminare il bisogno, la repressione e la compressione di esigenze primarie, trovando risorse per accontentare tutti. Non fa una piega, come mai nessuno ci ha pensato prima? Manca solo un ultimo passaggio applicativo: Ora basta solo che Michela Murgia presenti il premier Conte al dio Dioniso affinché gli doni il tocco di re Mida. E il gioco è fatto.

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