Nizza, l’attentatore sbarcato in Italia. Ecco perché è stato lasciato libero

Si sta cercando di ricostruire il percorso di Brahin Aoussaoui, indicato come l’attentatore di Nizza che ha ucciso tre persone decapitandone una.

Si sa, per ora, che il 9 ottobre era in Italia. Dopo essere sbarcato a Lampedusa, è stato portato in un centro di identificazione pugliese e fotosegnalato in questura. È un tunisino, nato il 29 marzo del 1999.

Tutta la polizia e gli investigatori, fanno sapere fonti del Giornale.it, sono in allerta per capire dove e come si sia mosso prima di raggiungere la Francia. Ma è soprattutto una la domanda che viene fatta: per quale motivo un migrante, arrivato in piena pandemia in Italia, ha potuto tranquillamente raggiungere la Francia e commettere una mattanza?

La risposta potrebbe essere semplice. Per quanto incredibile. L’8 ottobre, infatti, a Bari le autorità italiane hanno fatto sbarcre circa 805 migranti alla conclusione di un periodo di quarantena sulla nave Rhapsody. Come confermano diverse fonti di polizia del Giornale.it, la gestione è stata emergenziale: “Hanno fatto sbarcare i minorenni – ci raccontava in quei giorni un agente – poi quelli che dovevano andare nei centri a Gorizia, Roma e Milano e infine ad alcuni hanno solo dato l’invito a lasciare il territorio nazionale”. Cosa significa? Spiega un altro investigatore: “A chi non è stato messo nei centri per l’identificazione, gli abbiamo consegnato l’allontanamento del questore con ordine di lasciare il territorio entro 7 giorni”. Tradotto: all’immigrato viene notificato un “foglio di via” che in teoria lo costringerebbe a lasciare l’Italia entro una settimana, ma nessuno lo porta al confine. E se non segue le disposizioni? Scompare. Come tanti. Lo stesso potrebbe aver fatto Brahin Aoussaoui, libero così di raggiungere la Francia. Ci conferma un’altra fonte di polizia: “È sbarcato dalla nave come altri 800 stranieri. Senza precedenti in Italia per la prima volta. Gli è stato fatto il giorno 9 ottobre un respingimento del questore con relativo ordine a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni. Motivo di questi provvedimenti è la mancanza di posti nei centri per i rimpatri d’Italia. Tutto disposto dal Ministero”.

E pensare che in una lettera a Luciana Lamorgese, datata 10 ottobre 2020, Andrea Cecchini, segretario generale di Italia Celere, aveva già avvertito il ministro dell’assurdità di questa procedura: alcuni migranti, scriveva, “come parte di quelli che stanno sbarcando a Bari dalla Rhapsody, sembra che verranno lasciati liberi di vagare nel Paese col solo invito a lasciare il territorio italiano entro 7 giorni… con tutto il rispetto, dovessimo trovarci di fronte a questi ragazzi, cosa dovremmo fare noi poliziotti?”. La stessa denuncia era arrivata anche da Franco Maccari, presidente nazionale dell’Fsp, a metà ottobre. “A Siracusa – diceva – da ordinanza del questore 46 migranti appena sbarcati dalla nave quarantena sono stati accompagnati presso la stazione ferroviaria. Dovrebbero lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni ma sappiamo bene che diventeranno braccio armato della criminalità organizzata”. Forse anche di peggio. Il fatto è che si tratta di una prassi consolidata: “È un buco amministrativo con cui dobbiamo fare i conti – conclude Maccari – perché consegnete agli immigrati di muoversi come vogliono”. Anche se tra di loro si trova un killer islamista.