Minacce e insulti, Fontana sotto scorta. Ma i Carc scendono in piazza

 

Ombre sinistre aleggiano in Lombardia. Il governatore della Regione, Attilio Fontana, è finito nel mirino dei Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo.

Agli estremisti non è piaciuto il modo con cui l’amministrazione ha gestito l’emergenza coronavirus. Anzi, i comunisti si sono spinti ben oltre tanto da considerare Fontana e la giunta come responsabili delle migliaia di morti registrati negli ultimi mesi.

Dieci giorni fa i Carc hanno rivendicato la scritta “Fontana assassino” apparsa su un muro del naviglio Martesana, nel quartiere Crescenzago. Questo non è stato l’unico episodio. Due giorni fa si sono intestati la distribuzione di volantini con lo stesso concetto nel quartiere Gratosoglio. E come se non bastasse, ecco hanno annunciato la loro presenza sotto il Pirellone oggi alle 17.30 per una manifestazione indetta per ribadire il loro pensiero.

La motivazione della chiamata in piazza è spiegata dagli stessi aderenti dei Carc: “Saremo sotto la Regione non solo per parlare di sanità pubblica e di responsabilità (la mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca per citarne una), ma anche per parlare di persone spaventate, scioperi vietati, uso dello smartworking senza le dovute tutele, rivendicazioni messe in un angolo per mesi”.

Mentre gli estremisti di sinistra credono di avere la possibilità di fare tutto appellandosi alla libertà di espressione, Fontana viene messo sotto scorta per le minacce ricevute. La conferma è stata data dagli stretti collaboratori del presidente lombardo, che precisano come non sia stato il governatore a chiederla. La prefettura di Varese, città in cui Fontana risiede e di cui è stato sindaco, avrebbe preso la decisione dopo le scritte quanto fatto dai Carc e ai messaggi con minacce apparse sul web contro il governatore. Nei suoi spostamenti il presidente è quindi seguito da un’auto di scorta con un agente. Clima pessimo che si spera non peggiori nei prossimi giorni.

La Procura, intanto, ha aperto un fascicolo per minacce e diffamazione. Ma i Carc non si spaventano. E oggi hanno confermato di scendere in piazza con altre gruppi come i Comitati unitari di base di Milano, Mai più lager, Non una di meno, la Federazione anarchica.

Ma è possibile che un gruppo che ha minacciato Fontana attraverso slogan e volantini può presentarsi in strada in un evento annunciato per ribadire il concetto? I responsabili hanno rivendicato ogni iniziativa in una videoconferenza su Zoom tenuta dai portavoce Pablo Bonuccelli e Claudia Marcolini: “Le scritte murarie sono i nostri strumenti rivendicativi da sempre, ne faremo altre, noi faremo altre scritte contro Fontana ma non solo quelle”. Il tutto, secondo loro, sarebbe motivato dalla “gestione criminale dell’emergenza sanitaria di cui sono responsabili il governo centrale e le giunte regionali, con picchi di malagestione in Lombardia. La scritta “Fontana assassino” non è solo la scritta del Carc, è la scritta di tutti”.

Dell’inchiesta i Carc non sembrano essere preoccupati. “L’indagine è un modo per terrorizzare, per indurre al silenzio e alla paura dell’ autorità. È una rappresaglia. Finora non abbiamo ricevuto avvisi di garanzia”, hanno spiegato i portavoce.

Ma se gli estremisti vanno avanti per la loro strada, Fontana non intende piegare la testa. Perché la violenza non può e non deve vincere. Allo stesso tempo, il governatore aveva alzato il velo su un tema delicato spiegando che certe azioni sono compiute solo per fini politici: “Vedo troppa esasperazione, gli insulti sono gravi e il governo non resti in silenzio. Si cerca di colpire politicamente la Lombardia mentre si affronta un’emergenza senza precedenti”. Si spera che i toni si smorzino al più presto. Oggi ci sarà il primo banco di prova.

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