Milano, aggressore seriale picchia e violenta una 70enne nella sua abitazione

È riuscito ad andare a casa sua, grazie a un appuntamento concordato online. Una volta arrivato lì, è salito nella sua abitazione, in zona Arco della Pace, a Milano, e per undici ore l’ha minacciata, picchiata e stuprata.

È accaduto dalle 22 del 3 novembre fino alle 9 del mattino seguente a una donna di 70 anni, residente in un appartamento di un’elegante palazzina del centro di Milano. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, dopo la violenta aggressione, la donna sarebbe uscita dalla sua abitazione per cercare aiuto dai suoi vicini e presentare denuncia ai carabinieri di quanto capitato.

L’accordo e la violenza

La 70enne, che dopo le ripetute violenze aveva il volto pieno di lividi, tremava e barcollava, è andata subito a denunciare il fatto alle forze dell’ordine. In base a quanto ricostruito, la donna avrebbe contattato l’aggressore, per una prestazione sessuale a pagamento. Lui, una volta raggiunto l’appartamento della vittima, le avrebbe spento e rubato i cellulari, l’avrebbe presa a pugni in faccia e poi avrebbe consumato la violenza sessuale, il tutto sotto minaccia di morte con un coltello se lei avesse provato a urlare o cercato di scappare.

La dinamica dell’aggressione

In base alla descrizione fornita dala vittima, il ragazzo, di altezza media e dai capeli neri, aveva avuto con lei (almeno all’inizio) dei modi cortesi. Alla donna aveva raccontato di avere avuto dei problemi di tossicodipendenzza, di non avere un lavoro e la difficoltà di avere relazioni sentimentali stabili. La 70enne lo aveva ascoltato e consolato, ma mentre si toglieva i vestiti lui aveva impugnato un coltello e le aveva ordinato di obbedire a tutti i suoi ordini. E cioè stare zitta e non provare a scappare per nessun motivo. La donna avrebbe, a quel punto, cercato di farlo ragionare ma è stata subito colpita.

L’aggressore “seriale”

Dopo la denuncia della donna, i carabinieri della compagnia Milano Duomo avrebbero cercato di risalire all’identità del responsabile grazie al numero di cellulare appuntato su un quadernetto dalla donna. Grazie a quel numero, i militari sono risaliti all’aggressore che, nella stessa giornata di mercoledì, era stato fermato dalla squadra mobile di Lodi per un’altra tentata violenza sessuale, perpetrata allo stesso modo, questa volta a danno di una prostituta colombiana. I successivi accertamenti hanno permesso poi di scoprire che l’uomo, un 29enne disoccupato, con qualche problema di dipendenza da sostanze stupefacenti e residente in un piccolo paese della provincia di Lodi, sarebbe stato l’autore di altri episodi simili: uno ai danni di un’escort di origini rumene e l’altro ai danni di una donna italiana (forse conosciuta in rete).

Il modus operandi

Nonostante il suo modus operandi presenti quasi sempre la stessa dinamica, la procura di Milano ha deciso di non diffondere la fotografia e le generalità del 29enne che, però, è stato trasferito nel carcere di Lodi. L’uomo ha precedenti per droga e avrebbe colpito in tutta la regione Lombardia, spostandosi in macchina. I genitori, probabilmente ignari della vita del figlio, per sostentarlo gli passavano denaro, che lui utilizzava anche per pagare le prestazioni sessuali con le prostitute.