Migranti, Salvini: “Sono stufo di mantenere un esercito di rompicoglioni”

Nei giorni scorsi Matteo Salvini lo aveva pronosticato. “Fra qualche giorno – aveva detto – ricomincerà il balletto…”.

E oggi, puntualmente, la Sea Watch 3 è arrivata al limite delle acque territoriali italiane. L’imbarcazione, diretta verso Lampedusa, è stata diffidata dalla Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto, che hanno raggiunto la nave, di fare ingresso nelle acque territoriali. E, mentre all’orizzonte si profila l’ennesimo braccio di ferro per sistemare i 65 immigrati che si trovano a bordo della nave dell’ong tedesca, ilministro dell’Interno non fa più nulla per mascherare la propria insofferenza verso un sistema che non regge: “Sono stufo di mantenere un esercito di rompicoglioni che vengono qua a spacciare, rubare, stuprare, aggredire. A casa uno per uno”.

A una settimana dalle elezioni europee sale l’attesa per il prossimo Consiglio dei ministri. Una riunione annunciata che, come fanno sapere all’agenzia Lapresse fonti di governo, dovrebbe svolgersi nella serata di lunedì. Ma il chiarimento tra Salvini e Di Maio è sempre più in forse. A pesare, tra le altre cose, è lo stop al decreto Sicurezza bis, osteggiato sia dai Cinque Stelle sia dai tecnici di Palazzo Chigi. Secondo fonti pentastellate sul provvedimento ci sono molte “criticità che dovranno essere risolte da ulteriori tavoli” che “saranno più di uno”. Nel mirino le multe alle Ong in acque non italiane, che cozzerebbero con i trattati internazionali. In più i tecnici del Mit avrebbero rilevato la palese incostituzionalità dell’articolo 2, quello sulle competenze che dovrebbero essere tolte alle Infrastrutture. Ma sul decreto Salvini non intende fare passi indietro. La situazione, visti anche i nuovi assanti delle ong, richiede infatti il pugno duro.

“A Mineo, quando sono arrivato, c’era il più grande centro di immigrati d’Europa: 3.000 presenze. Oggi sono meno di 300. Anche lì l’obiettivo è quota zero”. Ieri pomeriggio, parlando dal palco di un teatro di Foggia, dove è intervenuto a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Franco Landella, prima di partire verso Potenza, Salvini ha ricordato che “in Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare, altrimenti si sta a casa”. “Sono stufo di mantenere un esercito di rompicoglioni che vengono qua a spacciare, rubare, stuprare, aggredire – ha incalzato – a casa uno per uno”. Le resistenze alla linea dura non arrivano solo da sinistra. Anche i Cinque stelle continuano a mettergli i bastoni tra le ruote. “Se qualcuno ha nostalgia dei porti aperti – ha replicato il leader leghista – vadano a casa anche loro perché i porti rimangono chiusi. Perché in Italia non si arriva se non si portano lavoro, ricchezza e rispetto”.

I problemi, per Salvini, non arrivano solo dalla politica, ma anche dalle procure. “Già ho minacce, denunce, processi…”, ha lamentato giusto ieri dopo che il suo capo di gabinetto è stato chiamato a Catania per essere interrogato. “C’è qualcuno vuole processarmi per sequestro di persona…”, ha ricordato il vice premier leghista chiedendo ai magistrati di lasciarlo lavorare in pace per “ripulire questo Paese”. “E se qualcuno ha nostalgia di fare un governo con la sinistra, lo dica chiaro – ha, infine, tagliato corto – io, la sinistra, non la voglio vedere neanche dipinta sul muro, né a Bruxelles né in Italia. Hanno fatto abbastanza danni Renzi e e compagni, ed è strano che negli ultimi giorni Renzi e Di Maio vadano d’amore e d’accordo su tanti temi e su tanti ‘no'”.