Migranti in arrivo dalla Libia: oltre 170 in attesa di sbarcare

Ha trascorso la notte sotto costa, vicinissima a Lampedusa, con settanta migranti a bordo.

Il rimorchiatore Asso 29, offshore di circa 70 metri battente bandiera italiana, li aveva salvati domenica al largo di Tripoli da un’imbarcazione in difficoltà. Dopo le operazioni di soccorso si è diretto verso l’isola delle Pelagie in attesa dell’assegnazione di un Pos, place of safety, in cui sbarcare i migranti. E ieri è arrivata dalle autorità italiane l’indicazione di Pozzallo: i migranti – 55 uomini, 10 donne e tre minori – sono stati trasbordati sulla nave Diciotti per essere trasferiti nel porto siciliano, dove entro questa mattina verranno portati a terra da una motovedetta più piccola della Capitaneria.

È ancora in attesa di un porto sicuro, invece, chiesto sia all’Italia che a Malta, la Ocean Viking, la nave gestita dalle ong Sos Mediterranee e Medici senza frontiere: pendola tra Lampedusa e La Valletta con 104 persone soccorse in zona Sar libica il 19 ottobre, due giorni dopo lo sbarco a Taranto di altri 176 salvati nelle precedenti operazioni. Le autorità libiche le hanno assegnato Tripoli come porto di sbarco, rifiutato dalle ong: «Non lo possiamo accettare, secondo il diritto internazionale un porto in Libia non è sicuro. La nave ha richiesto un luogo sicuro ai Maritime Rescue Coordination Centre Italiano e Maltese, chiedendo loro di coordinarsi in con maggiore capacità di assistenza per facilitare lo sbarco il prima possibile. Ci auguriamo che le autorità marittime, con il supporto degli stati membri Ue, trovino una soluzione per un rapido sbarco dei 104 sopravvissuti», ha detto Louise Guillaumat, vicedirettrice delle operazioni di Sos Mediterranee. Tra le persone soccorse ci sono dieci donne, di cui due incinte, e 40 minori, molti dei quali non accompagnati, provenienti dall’Africa sub sahariana.

Le partenze non si fermano dalla Libia. E gli sbarchi autonomi continuano: a Lampedusa un gommone partito da Zuara con 40 persone a bordo è arrivato da solo fino a pochi metri dalla costa. Ma le rotte via mare sono tutte aperte: non solo dalla Libia e dalla Tunisia verso la Sicilia, ma anche dalla Turchia alla Calabria e alla Puglia. All’alba di ieri una barca a vela di circa 15 metri con 64 persone a bordo tra cui donne e bambini iraniani, iracheni, siriani, si è incagliata tra Bova Marina e Palizzi, in Calabria, a pochi metri dalla riva. I migranti sono stati trasbordati su due motovedette della Guardia costiera e portati a Roccella Ionica. Si tratta del quarto sbarco qui in una settimana. Nella stessa notte altri 50 migranti sono sbarcati nel Salento, a Santa Maria di Leuca, tutti di nazionalità afghana e pakistana, tra cui anche 19 minori non accompagnati. Erano a bordo di una barca intercettata dalla Finanza a 19 miglia. Nel gruppo anche due ucraini, ritenuti dagli inquirenti, che ne stanno vagliando la posizione, gli scafisti.

A Lampedusa continuano anche le ricerche e gli sforzi di Guardia costiera e sommozzatori per recuperare gli ultimi tre corpi individuati dopo il naufragio del 7 ottobre. Ieri sull’isola è arrivato anche il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che ha personalmente ringraziato i soccorritori per il difficile lavoro svolto in queste settimane: nove le salme recuperate dopo quelle delle 13 donne ritrovate all’indomani della tragedia. Ieri il recupero delle ultime tre vittime individuate dai sommozzatori non è stato possibile per le condizioni del mare. Ma si tenterà ancora e ancora.