“Mi ha molestata, un uomo potente”. Non è L’Arena, il racconto choc di Myrta Merlino. Spunta il nome

Puntata accesa a Non è l’arena, su La7. Ospite in studio Greta Beccaglia, molestata in diretta tv da un tifoso appena uscito dallo stadio. Si parla quindi di violenza e delle giornaliste, a volte, costrette a subire questi atti terribili, di violenza appunto. In studio da Massimo Giletti è presente anche Vittorio Sgarbi che cerca di fare l’avvocato del diavolo in una questione davvero molto complessa, per certi versi anche scivolosa. A questo punto Sgarbi fa una domanda scomoda a Myrta Merlino, collegata da casa: “Perché non hai denunciato una persona molto molto molto potente che ti ha toccato e che dovevi intervistare? Perché è giusto denunciare ma non creando un effetto opposto”.

Quindi la conduttrice racconta l’episodio che l’ha vista suo malgrado protagonista: “È successo molto anni fa. Non solo non ho denunciato ma ne ho parlato quando volevo minimizzare il processo. Parliamo di Strauss-Khan”.Myrta Merlino, con tristezza e lucidità, descrive l’episodio di molestie di cui è stata vittima a Davos: “Si facevano addirittura le interviste in camera. Lui aveva lo champagne io volevo portare a casa l’intervista.

Myrta Merlino violenza strauss kahn

Diceva cose strane, poi ad un certo punto mi spinse contro il muro e cercò di baciarmi. Gli diedi un gran ceffone e me ne andai”. E ancora Myrta Merlino: “Mi sembrava tutto delirante, io non mi sono sentita minacciata, ho pensato che era un cretino e che avrebbe fatto una brutta fine”.

Myrta Merlino violenza strauss kahn

Poi ancora, incalzata da Sgarbi, Myrta Merlino racconta: “Io non volevo passare per vittima né per molestata e per quello non ho denunciato Strauss-kahn. Poi ho pensato che forse se lo avessi denunciato non sarebbe arrivato al punto in cui poi è arrivato”. E conclude la giornalista: “Ci siamo stufate dell’indifferenza maschile”.

Myrta Merlino violenza strauss kahn

 

Un racconto, quello di Myrta Merlino che racconta ancora una volta, quanto sia cambiato, per fortuna in meglio, il modo di concepire una professionista come una giornalista, ma anche come una donna. Prima infatti, era molto più semplice praticare violenze di questo genere senza il rischio di essere denunciati. Ora per fortuna, a distanza di anni, fatti del genere vengono divulgati e condannati.