Mattarella torna al Colle. Metta la parola fine a questa buffonata: decida il popolo

Questa buffonata va chiusa. Gli insulti grillini. La crisi aperta da Salvini. Le avances ipocrite del Pd. Alzi la mano chi ci sta capendo qualcosa. Ma lo spettacolo non può continuare. Quanto accade in queste ore, semmai, è la riprova che il Parlamento attuale non sarà mai in grado di mettere assieme qualcosa di stabile per governare l’Italia. Sta al presidente Mattarella (che oggi torna al Colle) impostare i titoli di coda della legislatura. Decida il popolo italiano se i partiti non ci riescono. E certo non sarebbe sopportabile un governo degli sconfitti nella cabina di comando della Nazione.
Nulla è normale. Sarà che è ancora stagione di mare ma non si può fluttuare da un governo di inciucio tra Pd e Cinquestelle con tanto di “responsabili” come li ha additati la Meloni a un nuovo esecutivo tra grillini e Lega. C’è un limite alla decenza.
Accade di tutto. Pentastellati e Pd che rinfacciano alla Lega di non essersi dimessi dal governo. Senza rendersi conto che solo con l’approvazione della mozione di sfiducia i ministri di Salvini dovrebbero lasciare il posto che occupano. Il perché è presto detto: di fronte al basta pronunciato da Salvini, Conte ha deciso di andare incredibilmente avanti. E loro, i leghisti, che di questo premier non si fidano più, aspettano le sue dimissioni. Simul stabunt simul cadent. Hai voglia a strepitare, monsieur President, quello che senza palazzo Chigi si sente male. Lui e quell’altro cicisbeo di Di Maio.

Dramma Pd: se non bocciano la mozione la Lega resta al governo
Che fa Zingaretti? Mantiene Salvini al Viminale votando contro la sfiducia al governo? Basta solo paventare questa possibilità per capire a che livello di confusione si sia arrivati, ormai.
Persino la buffonata sul taglio dei parlamentari è indicativa dello stato ridicolo del dibattito politico. Dice Di Maio – e al seguito la truppa pentastellata – che si risparmieranno non so quanti soldi l’anno. Dimentica di dire da quando. Perché se vuole il governo di legislatura col Pd i quattrini, nel caso, si risparmieranno dal 2023. Non è questo il motivo della crisi, dunque.

Fidanzati traditi
Molto più prosaicamente – e Mattarella lo sa – qualunque “soluzione” diversa dal voto anticipato metterebbe a serio rischio la legislatura e gli stessi conti dello Stato. Non ci sarà maggioranza pacificata senza il consenso del corpo elettorale ad un programma condiviso. Al massimo si rischia di mettere in piedi un caravanserraglio destinato ad uscire di strada alla prima curva. Il Pd lo abbiamo già visto governare ed è difficile stimolare la voglia di vederlo di nuovo a palazzo Chigi. M5s e Lega si sono appena lasciati come fidanzate tradite ed è meglio che ognuno vada per la sua strada a cercare spasimanti.
Se per fantascienza resta in piedi il governo che non se ne vuole andare, prepariamoci a ritrovare una sinistra combattiva che stavolta avrebbe la forza di mobilitare le piazze dopo un’estate incredibile. Se al governo vanno quelli dell’inciucio, sarà la destra, con il protagonismo di Lega e Fratelli d’Italia, a rendere impossibile la vita dei ministri per caso. In un caso come nell’altro, l’Italia ballerà. Ma sul Titanic non vogliamo salire.