MARTINA PATTI, ECCO QUALE SCUSA HA USATO PER CONVINCERE LA PICCOLA ELENA A SEGUIRLA NEL CAMPO

Ieri è stato il giorno dell’addio terreno alla piccola Elena Del Pozzo, quello del suo funerale, nella Cattedrale di Catania. Una folla impressionante, proveniente non solo dal capoluogo etneo ma dalle diverse province e da altre regioni, ha voluto dare un ultimo saluto alla bimba.

Elena, proprio come Sant’Agata, cui è tanto devoto papà Alessandro, è stata una martire. Su di lei Martina Patti ha inferto 11 coltellate, di cui una fatale che le ha reciso l’arteria succlavia. E mentre la Patti, dopo la convalida del fermo da parte del gip Daniela Monaco Crea, è nel carcere di Piazza Lanza, sorvegliata h24 per paura che, nella sua cella, possa compiere atti autolesionistici o essere aggredita dalle altre detenute, l’Italia continua a non trovar pace dinnanzi a questo terribile omicidio.

Perché sono ancora troppi i dubbi da chiarire e, ora dopo ora, è tutto un susseguirsi di nuovi agghiaccianti dettagli, sempre più terribili, che gli inquirenti stanno scoprendo per ricostruire tutto quello che la piccola ha patito, prima del ritrovamento del suo corpo senza vita.

Mentre sulla 23enne reo confessa pende la pesante accusa di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere, il gip non ha avuto un minimo di esitazione, affermando che la madre assassina è apparsa lucida e spietata, senza mostrare alcun segno di pentimento per il suo gesto estremo.

E’ stata proprio questa assenza di pentimento, di ravvedimento sulla gravità di quanto commesso, uno dei motivi per i quali è stata disposta la custodia cautelare nella casa circondariale. Ma nei motivi della relazione, in quelle 15 pagine, c’è scritto che potrebbe fuggire, inquinare le prove e uccidere ancora, ossia reiterare.

Gli inquirenti non hanno dubbi: la Patti aveva premeditato tutto. La piccola aveva trascorso la domenica, ossia il giorno precedente il suo ultimo giorno di vita, con i nonni paterni, a cui era molto legata. Una domenica spensierata, all’insegna dell’allegria, della felicità, dell’amore. Intanto Martina, proprio in quelle ore, ha deciso di mettere in atto il suo piano, architettandolo alla perfezione. L’indomani Elena è stata accompagnata dai nonni all’asilo, mentre la 23enne è andata a riprenderla, con un’ora d’anticipo.

Così l’ha portata a casa, quell’ormai tristemente nota villetta di via Euclide, le ha dato un budino come merenda mentre la bimba guardava i cartoni al suo cellulare, poi sono riuscite nuovamente per andare a casa dei nonni materni. Ma nel tragitto, è avvenuto quello che lei aveva già premeditato. Con una scusa, la Patti l’ha raggirata, per poi ucciderla senza pietà.

Tra i nuovi elementi che rendono lo scenario ancora più straziante vi è quello che la 23enne, per convincerla ad andare con lei, incontro alla morte, nel campo incolto di Mascalucia, a pochi metri dall’abitazione dove vivevano, le ha detto che l’avrebbe portata in un posto in cui non erano mai andate e dove lei ci andava sempre a giocare quando era una bambina.

Ed Elena, curiosona com’era, con quell’aria furbetta, con i suoi occhioni vispi, era felice di conoscere quel posto “nuovo” e, come ogni bambino della sua età, non ha esitato a seguire colei che le ha dato la vita e gliel’ha tolta, con un coltello da cucina, spietatamente.

Secondo il papà della piccola, Alessandro Del Pozzo, che ha affidato ad una lettera il suo pensiero sull’accaduto, la ex era gelosa del rapporto che lui aveva con la figlia, non accettando affatto il loro legale speciale, tanto da aver provato più volte, senza riuscirci, a metterli l’uno contro l’altra e in più temeva che la bimba si affezionasse alla sua nuova compagna. E’ questo, per lui, il movente dell’omicidio di Elena.