MARIA TORNA A PARLARE DELLA FIGLIA ALESSIA PIFFERI: “ECCO COSA FACEVA GLI ULTIMI 15 GIORNI..”

Ieri è stato il giorno dei funerali della piccola Diana Pifferi, 18 mesi, morta di stenti nel bilocale di via Parea, a Milano. L’assassina è sua madre, Alessia Pifferi, che l’ha abbandonata in casa per 6 giorni, per andare a trovare il suo compagno a Leffe.

In quei giorni in cui nessun vicino ha mai sentito un urlo, un pianto, un lamento della bambina, lasciata nel suo lettino da campeggio con un biberon di latte accanto, con il quale sarebbe dovuta sopravvivere, Diana avrebbe addirittura tentato di strappare a morsi il cuscino, pur di rimanere aggrappata alla sua esistenza terrena ma poi, quello scricciolo stupendo, ha ceduto.

Mentre la madre assassina è reclusa nel carcere di San Vittore con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, in isolamento, sorvegliata a vista per paura che possa compiere gesti estremi o che qualche detenuta possa farle del male, dopo aver chiesto di poter andare ai funerali della figlioletta che lei stessa ha ammazzato, ieri è stato il momento più doloroso, quello del distacco terreno.

La bara bianca con una corona di roselline bianche, palloncini bianchi e rosa, uno striscione, delle magliette indossate dalle donne del quartiere in cui il piccolo angelo viveva, con delle scritte commoventi.. tutto per accogliere il feretro, nel silenzio, nella commozione, nelle lacrime e nella rabbia per quanto accaduto.

All’uscita dalla chiesa, al termine delle esequie religiose, nonna Maria, madre di Alessia Pifferi e nonna materna di di Diana, in preda ad una disperazione incontenibile, ha “accarezzato” la nipote per porgerle un ultimo saluto, piangendo sulla piccola bara bianca, deposta all’interno del carro funebre, urlando: “Diana, noi non ti abbiamo mai abbandonato. E’ tua madre che è una pazza”.

Ma come sono stati gli ultimi 15 giorni da donna libera di Alessia Pifferi, prima dell’arresto? E’ proprio la madre, Maria, nel giorno del funerale, a raccontare come si comportava la figlia assassina. “Aveva sempre premura e non rispondeva quasi mai al telefono. Viveva pensando solo all’uomo che frequentava”.

Era così che la Pifferi, prima che per lei si spalancassero le porte del carcere di San Vittore, in cui, peraltro, la sua posizione potrebbe ulteriormente aggravarsi con l’esito degli esami tossicologici, trascorreva le sue giornate. Fuori dalla chiesa in cui si sono tenuti i funerali, intervistata dal Corriere della Sera, nonna Maria, riuscendo a stento a parlare per la commozione, ha aggiunto ulteriori dettagli, precisando che di solito vedeva Diana 2 volte al giorno in videochiamata, sostenendo che sembrava star bene, vedendola muovere i suoi primi passi e pronunciare le sue prime parole.

Improvvisamente, l’atteggiamento di Alessia, nei ricevere le chiamate della madre, era molto fugace e quando le chiedeva di poter vedere la nipotina, la risposta della mamma assassina era un disco incantato: quello che bimba stava riposando. “Non sapevo cosa stava organizzando”.

Certo è che “probabilmente era sempre presa dall’uomo che frequentava”, ribadisce mamma Maria. Riguardo ai giorni che trascorreva dall’uomo a Leffe o comunque assieme a lui, ha dichiarato: “Quando era via non chiamava quasi mai, ma io credevo avesse sempre la bimba con sé”  oltre al fatto che negli ultimi giorni non rispondeva quasi mai e non chiamava.

Da quando è finita in carcere, la madre e la sorella non hanno chiesto di poterla sentire. In particolare, quando Alessia ha chiamato una volta Maria, la donna le ha risposto male e ad oggi non vogliono saperne di lei, considerandola una pazza. Intanto la 37enne continua a chiedersi come mai il suo compagno non risponda al telefono dal giorno del suo arresto. Un tormento quotidiano, per lei.