Mare Jonio, indagato Casarini ‘Favorito ingresso clandestini’

Anche Luca Casarini, l’ex no global che dopo le proteste al G8 ora si dedica al soccorso dei migranti in mare, è indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla Mare Jonio.

La nave di Mediterranea Saving Humans, la piattaforma di associazioni italiana, è ancora ferma al porto di Lampedusa dopo lo sbarco di 49 migranti recuperati al largo della Libia. Il sequestro preventivo, disposto dalla Guardia di Finanza dopo il blitz a bordo, è statoconfermato dai magistrati. Nei giorni scorsi nel registro degli indagati era finito il comandante della Mare Jonio, Pietro Marrone. E ora tocca a Cesarini.

Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Cecilia Baravelli stavano interrogando Casarini come persona informata sui fatti ma il colloquio è stato interrotto per iscrivere anche il capo missione della Ong ner registro degli indagati. Casarini è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di aver disatteso l’ordine di spegnere i motori della nave. Si tratta degli stessi reati contestati anche a Marrone, che non si è pentito di quanto fatto. La prossima settimana, ad Agrigento, il capo missione di Mediterranea verrà nuovamente ascoltato, in presenza del legale.

I fatti sono noti. Sabato scorso la Mare Jonio salpa dal porto di Palermo per una nuova missione nel Mediterraneo. La nave, finanziata grazie ad un prestito e alle garanzie messe a disposizione da alcuni parlamentari, due giorni dopo annuncia di aver “incrociato” e recuperato 49 migranti da un barcone. La Marina libica accusa l’Ong di aver messo a segno un salvataggio “pretestuoso”, visto che la guardia costiera di Tripoli si trovava “a cinque miglia dal gommone in panne ed era in grado di recuperare in sicurezza tutte le persone a bordo”. Insomma, un intervento “non necessario” che ha fatto sì che alla fine i migranti venissero trasportati in Italia (e non riportati indietro in Libia). “Non comprendiamo perché abbiano voluto prendere loro i migranti a ogni costo, pur essendo in acque libiche – ha detto il portavoce libico, l’ammiraglio Ayoub Qassem – Alla nostra richiesta di chiarimenti hanno spiegato che i migranti si trovavano in una situazione di pericolo ma questo non è vero, non si è trattato di un naufragio ma solo di un guasto al motore”.

Dopo il recupero, comunque, la Mare Jonio fa rotta verso Lampedusa dove il governo italiano autorizza l’approdo e lo sbarco, non prima di aver diffuso una direttiva per impedire ulteriori “azioni illegali” da parte delle Ong. All’arrivo in Italia, la nave viene posta sotto sequestro e la procura apre subito un fascicolo. Che ora vede Casarini tra gli indagati.