“Manderemo i nostri soldati in Ucraina”: si allarga il fronte della guerra

La Bielorussia per il momento è al centro del conflitto in Ucraina. Le ultime 24 ore da Minsk sono passate trattative, telefonate e, nel mezzo, anche un voto referendario che potrebbe avere ripercussioni sull’attuale crisi militare. Il referendum ha sancito l’approvazione di diversi emendamenti alla costituzione. Ha votato il 78% della popolazione, il 65% ha detto sì. Adesso esistono dei limiti ai mandati presidenziali, due consecutivi, ed è stata sancita l’immunità per gli ex presidenti. Un lasciapassare per l’attuale presidente Alexandar Lukashenko quando, prima o poi, dovrà passare lo scettro.

Ma soprattutto, ed è questo quello che più interessa sull’Ucraina, Minsk con queste modifiche ha abbandonato il concetto di neutralità. È stata infatti introdotta nella costituzione la possibilità di ospitare nel proprio territorio delle testate nucleari. Un segnale non da poco. Proprio ieri Lukashenko aveva dichiarato che nuove sanzioni alla Russia stanno aprendo alla possibilità di un conflitto mondiale e quindi nucleare.

Poi ha anche dichiarato, in risposta alle affermazioni del governo polacco che si è detto disponibile ad ospitare ad ospitare testate nucleari, di essere pronto a chiedere alla Russia di posizionare in Bielorussia parte dell’arsenale atomico di Mosca. Il via libera ufficiale dato dal referendum, che non ha mancato di provocare proteste culminate con almeno 800 arresti secondo lo stesso governo, ha aperto concretamente a questa eventualità.

Bielorussia in guerra contro l’Ucraina?

Mentre sul suolo bielorusso sono stati avviati i negoziati tra russi e ucraini, sul Washington Post sono apparse indiscrezioni circa un coinvolgimento diretto di Minsk nel conflitto. Lukashenko dall’inizio della crisi ha sempre dato ampio sostegno all’azione russa. Anche permettendo il passaggio delle truppe di Mosca dal suo territorio. Parte dei soldati attorno Kiev sono transitate proprio dalla Bielorussia.

Adesso però Minsk potrebbe inviare propri soldati. Un aumento del coinvolgimento chiesto probabilmente dal Cremlino, i cui vertici hanno estrema necessità di avere più uomini a disposizione. Putin ha chiamato in causa, forse senza consultare i suoi generali, i ceceni. E ora a dar manforte a un’azione più lenta del previsto potrebbero arrivare i soldati bielorussi.

l Washington Post ha dato per certa questa eventualità, citando fonti dell’amministrazione Usa. Pochi giorni fa il Kiyv Indipendent aveva messo in campo analoga ipotesi, parlando addirittura di paracadutisti bielorussi già presenti in Ucraina o comunque pronti all’azione.

Non è un caso che da Kiev sono arrivate rimostranze all’ipotesi di tenere negoziati a Minsk o a Gomel, città bielorussa vicino il confine. Per Zelensly la Bielorussia è parte in causa e non parte terza. Se le indiscrezioni dovessero essere confermate, il fronte di guerra è destinato ad allargarsi.