Mafia nigeriana, 18 arresti in tutta Italia, da Bologna al Salento

 

La Polizia di Stato di Bologna, in collaborazione con i colleghi di Lecce, Taranto, Bergamo, Parma e Piacenza, ha eseguito ieri mattina, 6 agosto, 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti, tutti accusati di essere affiliati alla mafia nigeriana, uno dei gruppi criminali più attivi nel nostro Paese e tra i più pericolosi. I provvedimenti portano la firma del gip di Bologna, Alberto Gamberini, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Stefano Orsi.

L’operazione di stamane ha preso avvio nelle scorse settimane, allorquando nella giornata del 18 luglio scorso, gli inquirenti eseguirono un’operazione nei confronti del clan “Maphite”, smantellandolo del tutto. Secondo chi indaga, questo sodalizio criminale sarebbe stato attivo soprattutto nello spaccio della droga, ma anche nel favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina.

Blitz in tutta la penisola
Ieri mattina all’alba, in contemporanea, nelle sei province italiane interessate dall’operazione è scattato il blitz. Secondo quanto riferisce il Quotidiano di Puglia sulle sue pagine online, il sodalizio avrebbe prodotto anche documenti falsi per far entrare illegalmente in Italia alcuni richiedenti asilo. Il problema della presenza della mafia nigeriana sul territorio nazionale è molto conosciuto alle forze di polizia.

Il clan “Maphite” inoltre sarebbe stato noto come “Famiglia vaticana”. Secondo il gip di Bologna ci sono gravi indizi di colpevolezza a carico delle persone indagate e per questo per loro si sono aperte le porte di varie case circondariali in tutto il Paese. Inoltre, altre due persone sono finite dietro le sbarre in quanto, con il passare delle settimane, le loro posizioni si sono aggravate.

L’origine delle recenti indagini
La testata giornalistica locale online, Bologna Today, riferisce che le indagini che hanno portato ai recenti arresti sono scaturite nel 2017, allorquando, grazie anche alle dichiarazioni fornite da alcuni collaboratori di giustizia, gli inquirenti misero gli occhi sul clan “Maphite” appunto.

Di esso è stato possibile ricostruire l’intero organigramma, con a capo i vertici che operavano proprio nella regione emiliana. Si è fatto luce anche sui rituali di affiliazione e le modalità di attuazione dei piani criminali posti in essere dal gruppo in questione. Sicuramente nelle prossime ore, o al massimo nelle prossime settimane, si potranno conoscere ulteriori particolari sull’inchiesta in questione che, ancora una volta, coinvolge esponenti della malavita nigeriana.

L’attenzione sul fenomeno mafia nigeriana rimane sempre altissima.