L’urlo dei poliziotti a tutti i cittadini “sosteneteci quando siamo vivi, non da morti!”

“Siamo servitori, non servi” La polizia ora scende in piazza. Esplode, davanti a Montecitorio, la protesta delle forze dell’ordine. In piazza carabinieri, agenti, penitenziaria, forestali e vigili del fuoco: «Siamo stanchi di vederci mortificati”

Andrea Cecchini, presidente nazionale di Italia Celere ha promosso l’iniziativa che ha riempito la piazza romana.

Immediata l’adesione della Fsp – Federazione sindacale di Polizia, comprendente Es – Equilibrio Sicurezza, Uil-Pa Vigili del Fuoco e il Comitato dei funzionari della Polizia di Stato.

“Siamo stati in piazza oggi come servitori dello Stato in divisa che chiedono allo Stato di non essere dimenticati da vivi per essere poi ricordati in passerella da morti quando una delle oramai quotidiane aggressioni nei nostri confronti prima o poi fatalmente finisce in tragedia”. Così Vincenzo Chianese, Segretario generale del Sindacato di Polizia Es.

“Rappresentate tutte le Forze di polizia”

“Erano rappresentate tutte le Forze di polizia, c’erano anche i Vigili del fuoco, il Comitato dei funzionari di polizia per far giungere il grido di dolore che sale da tutte le divise fino ai piani più alti di quelle Istituzioni e di quello Stato che non solo difendiamo, ma che anche rappresentiamo”.

“Sentiamo ogni giorno per le strade e sui social la vicinanza dei cittadini, che vorrebbero saperci dotati dei Taser e di tutto il necessario – prosegue Chianese – ma la percezione che ci arriva dai Palazzi è nettamente diversa e, a volte, ci sentiamo totalmente abbandonati, come se i nostri problemi non interessassero alle “stanze dei bottoni”.

“Chi sputa sulla divisa, sputa sullo Stato”

«Aggredirci non è normale, se qualcuno sputa su una divisa, sputa sullo Stato! Deve cambiare la normativa affinché siano garantite tutele funzionali adeguate a noi, servitori ma non servi, e far cessare la sensazione d’impunità per chi ormai ogni giorno ci manda all’ospedale e comunque delinque. Ci aspettiamo dalla politica una chiara e netta presa di posizione sulle questioni essenziali della sicurezza: è il Paese che lo chiede».