L’ultimatum dei renziani: “Se aumentate l’Iva in Senato votiamo contro”

“Sull’Iva ci vuole uno stop. Punto e basta“. È già scontro tra i renziani e il nuovo governo giallorosso sul tema dell’Iva.

Ieri, alle dieci di sera, si è riunito un vertice notturno, per discutere sulla nota di aggiornamento al Def, ma in realtà la discussione è stata tutta incentrata sul caso dell’Imposta sul valore aggiunto.

Già nel pomeriggio di domenica, come ricorda il Corriere della Sera, Luigi Marattin e Teresa Bellanova, renziani usciti dal Pd per passare a Italia Viva, avevano cercato di convincere il vice ministro dell’Economia Antonio Misani (Pd) a frenare gli interventi sull’Iva, che servirebbero a finanziare il taglio delle tasse sul lavoro. Vista la risposta negativa di Misani, viene chiamato in causa il premier Conte e viene convocato un vertice notturno. Seduti al tavolo ci sono Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri, Riccardo Fraccaro e i capi delegazione dei quattro partiti di maggioranza: Dario Franceschini (Pd), Luigi Di Maio (Movimento 5 Stelle), Teresa Bellanova (Italia Viva) e Roberto Speranza (Leu).

Bellanova attacca sostenedo che “questo governo è nato a inizio settembre per fermare l’ Iva e non può a fine settembre aumentare l’Iva. Noi così la manovra al Senato non la votiamo”. Ma, ribatte Gualtieri, il governo giallorosso “è nato anche per tagliare le tasse sul lavoro”. E come si possono tagliare le tasse sul lavoro se l’Iva non si può toccare? Il problema è sempre lo stesso: capire dove trovare i soldi per abbassare le tasse.

La posizione dei renziani è chiara: “Sull’Iva ci vuole uno stop, anche a costo di rinviare al 2021 il taglio delle tasse sul lavoro”. E l’esecutivo sa che i senatori di Italia Viva sono fondamentali per tenere a galla la maggioranza. Ma il vertice notturno si è concluso con un nulla di fatto.