L’ultima promessa di Di Maio: “Rimpatrio migranti in 4 mesi”

“La soluzione non è accogliere tutti i migranti”.

Ora l’ha capito anche Luigi Di Maio. Ospite di Dritto e Rovescio su Rete4, il leader del Movimento 5 Stelle cerca di fare la voce grossa parlando di immigrazione. “Domani firmo un decreto che ci permetterà in soli quattro mesi di capire se le persone che arrivano possono stare o devono essere rimpatriate. Così mandiamo un messaggio chiaro: inutile che venite se non avete i requisiti per l’asilo”, le parole del ministro degli Esteri. Dunque, il pentastellato ha aggiunto: “Non credo che la soluzione sia dire ‘accogliamoli tutti’. La soluzione è dire: chi può stare qui deve essere redistribuito negli altri Paesi ma non possiamo aspettare due anni per sapere se possono stare qui o se possono essere rimpatriati”.

Ma c’è dell’altro, perché Di Maio parla di una “terza via” per la gestione dei flussi migratori, paventando la possibilità di collaborare con i Paesi dell’Africa per il blocco delle partenze, prima, e con l’Unione Europea sulla redistribuzione dei profughi, poi.

Nella giornata di venerdì 4 ottobre, il titolare della Farnesina, insieme al compagno di partito nonché ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, presenterà il decreto ministeriale sui migranti: “Il decreto sui rimpatri è cosa che nasce dal concerto con il premier Giuseppe Conte, con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, è un lavoro di squadra che non voglio assolutamente improvvisare, e fa parte del programma di governo dove parliamo di politiche di accoglienza per chi può stare qui e di riammissione per chi non può”.

Infine, nello studio del programma condotto da Paolo Del Debbio, il capo politico M5s ha così chiosato: “Sui rimpatri siamo fermi all’anno zero. Domani iniziamo con la firma del decreto e mandiamo un messaggio: inutile che venite se non avete i requisiti per la domanda d’asilo. Perché in maniera pacifica e democratica vi rimandiamo indietro”.

Insomma, questo il tardivo tentativo per fronteggiare l’emergenza sbarchi. Un tentativo che sembra andare però nella direzione di quel pugno duro “salviniano” in materia di immigrazione che i 5 stelle hanno voluto rinnegare e che non può far certo contenti i rossi alleati dem al governo.