Lo sfogo di Brunetta: “Mi chiamano nano”

“È una vita che io vengo violentato per la mia altezza, bassezza. Mi dicono tappo o nano… E ho sofferto su questo e continuo a soffrire, non mi è passata ma ho le spalle larghe”. Ospite di ‘Mezz’ora in’ di Lucia Annunziata su Rai3, Renato Brunetta, si sfoga duramente a proposito del suo addio a Forza Italia. Dice di essere rimasto amareggiato dalle ironie sulla sua statura. “Una – dice Brunetta – è quella da parte di Berlusconi ‘che riposino in pace’ rivolta a me e Gelmini. Io gli ho augurato lunga vita e glielo auguro sinceramente perchè gli voglio bene. E poi c’è un’altra… quella sulla mia statura”.

 

“Ventotto anni” in Forza Italia “sono tanti”, ha premesso. Ma con Berlusconi “si è rotto qualcosa, come gli amori, quando si rompe qualcosa non si ricuce più. Io voglio bene a Berlusconi e continuerò a volergliene, ma subire invettite personali, anche feroci, da lui e il suo ambiente, come ‘Riposi in pace’ … mi ha fatto male, io gli auguro lunga vita. E poi – ha continuato il ministro – è una vita che vengo violentato per la mia altezza, ho sofferto e continuo a soffrire. Ma, non tanto per Brunetta, ma per i bambini, che non hanno avuto la fortuna di essere alti, belli e che stanno soffrendo e che possono avere in me un esempio, e che dicono ‘Guardate Brunetta, tappo come è, nano come è, fa il ministro’. Ecco, sdogano questo termine su di me”.

Brunetta poi si rivolge a Marta Fascina, compagna di Berlusconi, che nei giorni scorsi aveva pubblicato una storia su Instagram con la scritta ‘Roma non premia i traditori’, con in sottofondo la colonna sonora di una celebre canzone di Fabrizio De André che narra la vicenda di un nano che scala i gradini di una funzione pubblica, la magistratura. “Grazie, vai avanti, così perchè consentirai di sdoganare anche queste violenze”, ha concluso il ministro.