Liliana Resinovich, Claudio Sterpin parla di Sebastiano Visintin: “Quel giorno non era solo”

Torna a tenere alta la tensione intorno al caso di Liliana Resinovich, la donna scomparsa e trovata morta ormai più di due anni fa, il cui mistero continua ad avvolgere la città e l’opinione pubblica nazionale. Nel pomeriggio di oggi, la scena si è svolta davanti al Palazzo di Giustizia di Trieste in un clima carico di tensione, con protagonisti due uomini legati da un doloroso e complesso intreccio di sospetti e verità non dette.

Durante l’incidente probatorio che si è svolto nelle ultime ore, Claudio Sterpin, ex compagno e confidente di Liliana, ha lanciato pesanti accuse nei confronti di Sebastiano Visintin, l’uomo con cui la donna era stata legata da un rapporto intimo e che ora si trova al centro delle indagini. Con tono fermo e lucidità, Sterpin ha detto: “Se l’ha uccisa lui? Io spero di no, però sa tutto quello che è successo”. La sua dichiarazione, che si inserisce in un quadro di ipotesi investigative che ancora non trovano conferme definitive, lascia intravedere un sospetto più ampio, che coinvolgerebbe più soggetti nell’omicidio.

Sterpin ha inoltre sottolineato come la morte di Liliana sia avvenuta in circostanze non frutto di un gesto isolato: “Uno solo non fa quel lavoro, lei è stata portata là. Già in due, di notte, è problematico”. Parole che alimentano i sospetti di una complicità o di un coinvolgimento più ampio, anche se l’ex compagno si è limitato a esprimere il desiderio che in questa vicenda si faccia luce senza interferenze personali: “Probabile che lui sappia tutto, ma non sta a me dirlo”. Innocuo forse, ma non tralasciato il suo commento che rende evidente come, secondo lui, Visintin avrebbe evitato di cercare Liliana proprio perché sapeva che non sarebbe tornata.

In un momento di grande tensione, all’improvviso è arrivato anche Sebastiano Visintin, in bicicletta, davanti al tribunale. La sua semplice frase, “Rispetto per Lilly, chiedo solo questo”, ha fatto ulteriormente parlare di sé e ha suscitato reazioni contrastanti tra i presenti. La presenza dell’uomo, a distanza di anni, mantiene apertamente in piedi il sospetto che egli possa sapere di più di quanto finora sia stato reso pubblico, anche se Visintin non ha voluto rilasciare dichiarazioni più articolate.

L’avvocato Giuseppe Squitieri, legale di Sterpin, ha commentato l’esito dell’incidente probatorio sottolineando come siano state ripercorse e confermate tutte le sei dichiarazioni precedenti del suo assistito, dimostrando lucidità e fermezza di fronte alle domande. “Mi è sembrato ci fosse una chiarezza che traspariva dalla sua testimonianza, nonostante tutto”, ha detto. Al momento, nessun elemento concreto emerge dal procedimento, ma la sensazione è che qualcosa potrebbe presto cambiare.

La speranza di tutti è che la Procura di Trieste possa compiere un passo decisivo per fare luce sulla verità. Sterpin, il suo avvocato e coloro che seguono con attenzione questa vicenda condividono un desiderio forte: “Mi aspetto che ci siano novità, che la verità venga a galla, prima o poi”. A distanza di oltre due anni dalla morte misteriosa di Liliana Resinovich, il rumore di passi nel corridoio dei tribunali e l’ansia della città di Trieste restano simboli di una vicenda ancora irrisolta, che soppesa tra sospetti e speranze di giustizia.