Le toghe rosse contro Salvini: “In Italia deriva razzista e xenofoba”

Magistratura democratica processa il governo: “Segnale di oscurantismo e violazioni senza precedenti”. Attacchi a testa bassa a dl Sicurezza e legittima difesa.

L’attacco arriva da Mariarosaria Guglielmi che, aprendo il congresso di Magistratura democratica a Roma, ha accusato il governo gialloverde dei peggiori crimini.

Un’invettiva, quella fatta dalla segretaria delle toghe rosse, che rinfaccia a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio di portare il Paese “verso un nuovo assetto normativo e culturale fortemente regressivo per i diritti e per le garanzie e verso una manomissione dei principi dello Stato di diritto che priva la giurisdizione del suo ruolo di garanzia e di terzietà”.

La relazione della Guglielmini è infarcita di posizioni ideologiche e riassume i malumori che negli ultimi mesi i giudici progressisti ha più volte esternato attaccando i vertici del governo Conte. Dalle politiche per contrastare l’immigrazione clandestina alle misure a sostegno della vita, Magistratura democratica impallina i principali provvedimanti approvati dall’attuale esecutivo. “In pochi mesi il volto del nostro Paese è cambiato – è l’allarme lanciato dalla Guglielmini – e sembra essersi interrotto il percorso che ha condotto sin qui la nostra democrazia”. Dopo le elezioni del 4 marzo 2018, secondo le toghe rosse, in Italia si sarebbero imposti “due radicalismi simmetrici”: quello sovranista, incarnato dalla Lega, che “ha intercettato il risentimento e gli ha offerto un bersaglio e un nemico, rappresentato dallo straniero”, e quello del “radicalismo egualitario e camaleontico dell’antipolitica”, portato avanti dai Cinque Stelle, che hanno “assecondato il ribellismo e gli umori del momento”. Più che una relazione, insomma, è un atto d’accusa. Una vera e propria arringa. Che, però, in calce ammette (forse, con una punta di amarezza) “la sconfitta della sinistra” che oggi ha perso “il suo popolo”.

Pur senza mai nominarlo, il principale imputato di Magistratura democratica è Salvini. “Con il suo inesauribile trasformismo – lo accusano – può scendere a compromessi persino sulla pelle dei migranti abbandonati al loro destino in mare”. Le parole usate contro il leader leghista sono violentissime. “Con la chiusura dei nostri porti e la messa al bando delle Ong si è consumata una violazione senza precedenti degli obblighi giuridici e morali di soccorso e di accoglienza, che derivano dal diritto interno ed internazionale”. Poi, ricordando i casi della nave Aquarius e della Diciotti, la Guglielmini parla addirittura di “un’inversione morale” che, “in pochi mesi e con pochi gesti”, ha “annientato intere esperienze di integrazione e di inclusione”. “Abbiamo così distrutto intere comunità cresciute intorno al valore dell’accoglienza e alle opportunità che la pacifica convivenza offre a tutta la collettività – continuano le toghe rosse – abbiamo privato ‘persone’ di diritti, non per quello che fanno ma perchè diverso dal nostro è il Paese dove sono nate e dal quale sono state costrette a fuggire”.

Nel mirino della corrente di sinistra della magistratura non finiscono solo le norme su immigrazione e sicurezza. Ovviamente, non viene risparmiata nemmeno la riforma della legittima difesa, che dovrebbe diventare legge nelle prossime settimane. In questo caso, Salvini e i suoi vengono accusati di sovvertire “il sistema dei valori della nostra Costituzione”. E ancora: il disegno di legge Pillon sull’affido viene definito “oscurantista” e paragonato a quella “sub-cultura, fortemente ideologizzata, che ha prodotto le iniziative contro l’aborto e gli attacchi in nome dei valori della famiglia ‘tradizionale’ alle unioni civili, al biotestamento, alla laicità dello Stato”. A Luigi Di Maio, invece, Md rinfaccia il reddito di cittadinanza. Dulcis in fundo, i probositi di riformare il sistema giudiziario vengono visti come azioni “eversive” da fermare al più presto, preservando così lo strapotere delle toghe. “Vi è un attacco mirato a singoli magistrati per screditarne l’operato ed offrirli alla gogna pubblica dei social – è la conclusione della Guglielmi – con continui tentativi di delegittimare l’intervento giudiziario”.