LAURA ZILIANI, LA CONFESSIONE IN LACRIME: “L’HO UCCISA IO”

Dopo un anno esatto dal delitto di Laura Ziliani arriva finalmente la svolta tanto attesa. La vigilessa di Temù era scomparsa lo scorso 8 maggio dopo essere uscita per un’escursione senza mai fare ritorno a casa. Dopo mesi di ricerche nei boschi in cui si pensava che la donna fosse scomparsa, alla fine fu ritrovata a poche centinaia di metri da casa riemersa dal fiume Oglio.

Nel corso delle indagini, a suscitare sempre notevoli sospetti agli inquirenti, le evidenti incongruenze nelle testimonianze delle figlie della vittima e del fidanzato di una di esse. Alla fine nelle ultime ore uno dei sospettati ha ceduto, dopo l’ennesimo interrogatorio è arrivata la confessione: ecco chi è l’assassino.

ARRIVA LA SVOLTA

Mirto Milani, il fidanzato della primogenita di Laura Ziliani, ha confessato l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù. In carcere dallo scorso 24 settembre insieme a Paola e Silvia Zani, è stato lo stesso Milani a richiedere l’interrogatorio dopo la chiusura delle indagini della Procura. Insieme a due delle figlie della vittima compone quello che la Procura ha definito come un ‘Trio criminale’.

Nell’ordinanza di custodia cautelare si leggono i motivi che avrebbero spinto il trio criminale al macabro omicidio della Ziliani: “…per mettere le mani sull’importante patrimonio immobiliare della donna”. In sostanza per il Gip il movente è di natura economica, i tre assassini volevano accaparrarsi un’importante eredità. Alla fine tutti i sospetti sono stati confermati, d’altronde erano sin troppo evidenti i depistaggi e le dichiarazioni non veritiere negli attimi successivi alla denuncia della scomparsa.

Gli assassini si erano spinti a far ritrovare alcuni indumenti della donna nei pressi del fiume per depistare le indagini. Dopo la macabra scoperta del cadavere della donna, i 3 indagati sono stati trasferiti in carcere. Secondo il medico legale che ha eseguito l’autopsia, la donna dapprima sarebbe stata stordita con dei tranquillanti e successivamente uccisa per asfissia per mezzo probabilmente di un cuscino.