L’annuncio di Conte: “In estate si potrà andare in vacanza e al mare”

 

Per gli italiani arrivano buone notizie: l’estate non sarà in quarantena e si potrà andare in vacanza, cogliendo magari le ferie lavorative per rilassarsi dopo settimane di difficoltà, sacrifici e stress notevoli.

L’annuncio è arrivato direttamente da Giuseppe Conte: “Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città“. E sarebbe bello che si trascorressero questi attimi di libertà in Italia, “anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele“. Al momento si resta comunque in attesa dell’evoluzione del quadro epidemiologico “per fornire indicazioni precise su date e programmazione“.

Saranno fondamentali tutti gli strumenti innovativi del caso per evitare che si ritorni nuovamente alle condizioni della fase 1. Pertanto si sta continuando a lavorare da una parte per rafforzare le attività di monitoraggio, contact tracing e tele-assistenza, dall’altra per potenziare gli ospedali, le terapie intensive e la medicina del territorio. “Aspettiamo di vedere il funzionamento dell’app, ma invito a considerare che potremmo essere tra i primi al mondo ad avere sviluppato un sistema pubblico con tutte le garanzie“, ha affermato il presidente del Consiglio. E poi c’è il nodo scuola: il rientro dovrà essere gestito in modo “unitario su tutto il territorio nazionale“. Perciò si sta studiando con il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina una serie di diverse soluzioni “così che a tutti i nostri studenti venga assicurato il rientro in classe a settembre in condizioni di sicurezza“.

La ripartenza e le Regioni

Dal 18 maggio, e non più dall’1 giugno, riapriranno bar, ristoranti, parrucchieri? Il premier ha fatto sapere che si stanno raccogliendo i dati dell’ultimo monitoraggio, avviando una nuova discussione con gli esperti per definire regole chiare sulla sicurezza per lavoratori e clienti: “Se sul piano epidemiologico la situazione rimarrà sotto controllo, potremo concordare con le Regioni alcune anticipazioni“. E ha sottolineato quanto sia importante procedere esclusivamente sulla base di monitoraggi puntuali, “perché per le imprudenze pagheremmo costi enormi“. Proprio con le Regioni non sono mancati dissidi in questi giorni. La richiesta dei governatori del centrodestra, esplicitata mediante una lettera, è chiara: avere maggiore autonomia decisionale nel corso della fase 2. “Con le linee guida che ci permetteranno un controllo della curva epidemiologica, potremo permetterci anche differenziazioni geografiche. Questo non significa procedere in ordine sparso e affidarci a iniziative avventate“, ha annunciato il capo del governo giallorosso.

Conte infine, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato anche dei famosi Dpcm: molte forze politiche, tra cui anche Partito democratico e Italia Viva, hanno criticato questo metodo. Il presidente del Consiglio si è giustificato dicendo che nella fase 1 l’estrema urgenza di salvare le vite non ha permesso alcun passaggio preventivo dal Parlamento, ma prossimamente si cercherà di avere “maggiore agio di coinvolgere il Parlamento“.