Lanciano, i detenuti si ribellano: carcere devastato e sputi agli agenti

Caos, degrado e attimi di paura nel carcere di Lanciano, dove un gruppo di detenuti si è rifiutato di entrare in cella e si è reso protagonista di devastazioni e aggressioni.

Gli episodi si sono verificati martedì pomeriggio: si è trattata di una vera e propria rivolta, iniziata dalle prime ore del pomeriggio e conclusa soltanto verso le ore 20:00. La vicenda è stata descritta nel dettaglio da Giuseppe Ninu, segretario regionale per l’Abruzzo del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe: “Quasi cinquanta detenuti di un intero reparto si sono rifiutati di rientrare nelle proprie celle quando, due di loro, hanno devastato l’intero reparto (telecamere, luci, arredi), hanno rotto il cancello di sbarramento in modo da evitare la chiusura all’interno del reparto stesso, hanno allagato la sezione detentiva con l’idrante antincendio e con lo stesso impedivano al personale di polizia penitenziaria di avvicinarsi all’interno”.

Il direttore ha dato l’ok all’utilizzo dell’armamento di reparto e all’uso della forza, come previsto dai regolamenti, al fine di evitare che i disordini coinvolgessero altri reparti. Ma prima gli agenti hanno dovuto subire di tutto e di più: minacce, tentativi di aggressione mediante il lancio di oggetti, sputi misti a sangue “con gli schizzi di sangue, che usciva dalle ferite che nel frattempo si erano procurati e che aveva colorato di rosso tutta l’acqua presente in reparti, alla quale loro intingevano le scope per lanciare più lontano il sangue”.

Disposto lo sfollamento

Non è la prima volta che si verificano episodi del genere: già lo scorso dicembre il sindacato aveva denunciato determinate situazioni per cercare di coinvolgere il capo del Dipartimento, il provveditore e il prefetto di Chieti senza però ottenere riscontri.

Intanto nella giornata di ieri, mercoledì 26 febbraio, è stato disposto lo sfollamento di gran parte dei detenuti ristretti nella sezione dove martedì pomeriggio sono avvenuti i disordini. Il sindacato chiede che la sezione detentiva interessata “venga chiusa definitivamente” e che “il numero di personale di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere Lancianese sia notevolmente incrementato visto l’ulteriore depauperamento a seguito di pensionamenti e avanzamenti di ruolo“.

Come riportato da ChietiToday, dopo i fatti di Lanciano è intervenuto Donato Capece: “I gravi episodi avvenuti nel carcere di Lanciano, che non hanno avuto un tragico epilogo grazie all’attenzione ed alla prontezza del personale di polizia penitenziaria, riportano drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria“. Il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe ha fatto sapere che anche gli altri sindacati della polizia penitenziaria “hanno dichiarato lo stato di agitazione e la sospensione delle relazioni sindacali con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per l’assenza di provvedimenti che contrastino le continue violenze in carcere e le aggressioni alle donne e agli uomini in divisa“.