LAMPEDUSA, RESIDENTI CONTRO I CAPI DELLE NAVI PIRATA: “MA PERCHE’ CONTINUATE A PORTARLI QUA? A QUEST’ORA ERAVATE GIA’ IN SPAGNA DA GIORNI”

 

Maria Berlinguer per “la Stampa”

La situazione è sempre più fuori controllo tra i 134 “prigionieri” che da sedici notti sono a bordo della Open Arms. Ogni evacuazione singola rischia di alzare la tensione tra le persone provate dalla fatica e dal terrore del mare che li circonda. «Perché loro sì e noi no?». Ieri per la prima volta Riccardo Gatti e i volontari della Ong sono saliti a bordo per chiedere a ciascuno cosa volesse da terra.

 

Piccoli generi di conforto da acquistare nei negozi dell’ isola per alleviare lo stress e abbassare la rabbia e la disperazione che iniziano a serpeggiare: saponi, lamette, schiuma da barba. Anche qualche pasto diverso dall’ordinario, come una pizza o dei dolci. I migranti, dopo essere riusciti a scappare dall’ inferno dei lager libici, non capiscono infatti perché ora non possono scendere a terra.

Costretti ancora a vedere solo il mare che tutti odiano.

Lampedusa è lì ma appare lontanissima. Immersa in una estate ferragostana da tutto esaurito, non sembra minimamente interessata al dramma che si consuma al largo delle sue spiagge. Alle 19,30 la guardia di finanza fa scendere quattro tunisini.

«Sono migranti della Open Arms?» chiede una turista incuriosita. «No, sono diportisti», assicura un marinaio.

Probabile una via di mezzo. I quattro tunisini sarebbe stati tratti in salvo da una piccola imbarcazione e si sarebbero dichiarati «pescatori». Loro possono scendere a terra.

Tutto regolare. Non è così per i naufraghi delle Ong. Alla guerra sulla pelle dei 134 profughi si aggiunge un nuovo capitolo. L’ allarme lanciato dai medici di Emergency e di Cisom che parlano di 20 casi di scabbia e di condizioni igieniche sanitarie pessime.

Risponde il titolare dell’ ambulatorio di Lampedusa Francesco Cascio, il successore di Bartolo: «Le tredici persone sbarcate non avevano alcuna patologia», assicura.

Parole che fanno esultare Matteo Salvini che parla di «ennesima presa in giro delle ong spagnola». Qui però gira voce che Cascio sia vicino alla Lega, forse prossimo a lanciarsi in politica. Del resto per Cascio sarebbe un ritorno di fiamma, prima di fare il medico a tempo pieno è stato parlamentare di Forza Italia e poi presidente dell’ Ars. «Io faccio il medico forse qualcuno pensa che non posso farlo perché ho fatto politica?», ribatte.

Per il resto nulla apparentemente si muove. La Guardia Costiera ha scritto al Viminale chiarendo che possono essere sbarcati senza indugio.

Ma Matteo Salvini continua a fare muro. Qualcosa si spera possa cambiare per i 29 minori a bordo, dei quali uno solo è accompagnato. La procura di Palermo ha fissato dei tutori. Il clima che circonda l’ operazione di salvataggio non è dei migliori. Una spia è la contestazione subita ieri sera sul molo dal fondatore di Open Arms Oscar Camps e da Riccardo Gatti da parte di un gruppo di lampedusani.

«Ma perché continuate a portarli qui? Non li vogliamo. Portateli altrove». E ancora: «Questi guadagnano 5.000 euro al mese – grida un altro – e noi moriamo di fame». «Siete voi a insistere per portarli qui – dice un’ altra persona – perché non li portate in Spagna o in Francia?». Suonano lontane le parole pronunciate a Sky Tg24 da Richard Gere. « Queste persone sono angeli. Persone sopravvissute alla Libia – dice l’ attore americano in un video appello – a tragedie e a traumi anche solo per raggiungere le imbarcazioni e mettersi in mare.

Sono persone straordinarie, forti, nobili. Mi piacciono molto. E poi ci sono anche i volontari che hanno rinunciato alla loro vita per aiutare gli altri. Sono persone straordinarie. Hanno bisogno del nostro sostegno, economico, emotivo e legale. Sono i migliori. Persone straordinarie, gli angeli di questa situazione. E per quanto mi riguarda io voglio stare dalla parte degli angeli». Nella notte si diffonde la voce che i migranti potrebbero sbarcare presto, prestissimo. Forse già stamattina.