L’allarme degli agricoltori italiani: “La peste suina è alle porte”

La peste suina africana è alle porte e può sbarcare in Italia da un momento all’altro.

L’allarme arriva direttamente da Confagricoltura e Confederazione italiana agricoltori, che per bocca dei loro rappresentanti hanno messo in guardia la commissione Agricoltura nel corso di un’audizione in Senato.

I problemi sul tavolo sono tanti e connessi l’uno con l’altro. In Italia, ad esempio, non ci sono misure per contenere la fauna selvatica. “Negli altri Paesi in cui è arrivata la Commissione europea attraverso l’Efsa (ovvero l’Autorità per la sicurezza alimentare) – ha sottolineato il rappresentante Confagricoltura Luigi Tozzi – sono state stabilite alcune misure di intervento, tra cui la caccia e una separazione fisica dei vari territori”.

L’ombra della peste suina africana sull’Italia
Dalla fauna selvatica si passa alla trasmissione di malattie. La peste suina africana è ormai alle porte dell’Italia e, nel caso in cui dovesse arrivare dalle nostre parti, sarebbe una catastrofe. Tale eventualità, ha aggiunto Mauro Di Zio, rappresentante della Confederazione italiana agricoltori (Cia), “determinerebbe, in maniera quasi certa e automatica, la destrutturazione totale di un settore che è uno degli elementi cardine dell’agroalimentare italiano, e parlo dei prosciutti Dop San Daniele e Parma, per cui sono questioni veramente drammatiche a livello di rischio”.

In un secondo momento scoppierebbe il delirio sulle entità e sui tempi dell’indennizzo. “L’agricoltore – ha concluso Di Zio – non produce per essere indennizzato, però all’interno delle aree protette i danni vengono quantificati in maniera adeguata e rimborsati in tempi accettabili. Mezzo metro dopo il confine delle aree protette non c’è più alcuna tutela, e la disparità è assolutamente evidente”.

Ricordiamo che la peste suina africana in Cina ha causato la morte di 350 milioni di maiali, cioè circa un quarto degli esemplari macellati complessivamente nel mondo.