La strategia viene fuori: ci vogliono chiudere. Il tecnico di Conte pensa a lockdown “differenti”

 

«Se andiamo avanti così presto supereremo quota 1000 contagiati al giorno». Agostino Miozzo, dirigente dell Protezione civile e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico che assiste il governo nella gestione del dossier coronavirus, si dice “discretamente preoccupato” della situazione. Il tecnico di Conte intervistato dal Messaggero dice: «A un certo punto decideranno i numeri: di fronte al superamento di alcuni limiti, saranno necessarie chiusure. Parlo di lockdown localizzati, questo sia chiaro. Limitati a un certo paese o a un determinato quartiere. Immagino, nella peggiore delle ipotesi, zone rosse molto localizzate».

Il tecnico di Conte alza il tiro

In ogni caso, un ritorno all’incubo della scorsa primavera. «In autunno avremo la concomitanza degli effetti dei rientri dalla vacanze – spiega Miozzo – dell’influenza i cui sintomi si confonderanno con quelli del Covid, della riapertura delle scuole. I rientri dall’estero, con i ragazzi che sono stati in Paesi come la Croazia dove hanno fatto finta che non esistesse il coronavirus, per non affossare il turismo, sono un altro elemento molto delicato».

Il tecnico di Conte sulla scuola

«Se davvero il Cts ha detto che non servono più le distanze a scuola? Non è così. Il presupposto della distanza, della mascherina e dell’igiene resta. In casi del tutto eccezionali, limitatissimi, indicati dalle autorità scolastiche, in numeri ridotti e per un periodo brevissimo entro il quale vengono trovate soluzioni, si potrà rendere obbligatoria la mascherina, ma anche l’areazione dei locali frequentati. Ma ripeto: solo per un numero limitato di studenti e per un periodo provvisorio. E la soluzione del distanziamento deve arrivare velocemente. Abbiamo anche suggerito, dove non esistono alternative, di ricorrere alle tensostrutture, come si fa nei terremoti», conclude Miozzo.

«Noi guardiamo i dati»

Già qualche giorno fa Miozzo aveva lanciato l’allarme. «Tornare indietro sarebbe una catastrofe, ma è bene sapere che se i contagi continueranno a salire i lockdown locali saranno inevitabili». Aveva detto in un’intervista al Corriere della Sera. «Noi monitoriamo la situazione e guardiamo i dati. Ci piacerebbe molto far tornare la situazione alla normalità. Ma adesso c’è grande preoccupazione».

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