La road map verso il voto ce l’ha in testa Zingaretti: la carta Enrico Letta

 

Nicola Zingaretti non è tipo da farsi fregare facile e c’è da giurare che a Matteo Renzi la farà pagare. Calando sul tavolo la carta di Enrico Letta per portarci al voto. Perché dell’ex premier di Rignano non si fida affatto e non vuole dargli il tempo di farsi il partito buttando giù il governo.

Zingaretti ha incassato il si’ unanime della direzione del suo partito. Il Pd lo ha delegato ovviamente a gestire la crisi. E l’eventuale accordo con i grillini prevede una totale discontinuità con il governo Conte. Vuol dire che è fatta? Manco per niente.

Due tipi vendicativi
Per andare al voto deve tirare fuori una carta indigesta a Renzi, che nel frattempo tenta di rifarsi una credibilità politica. Il piddino vendicativo ha bisogno di un contraltare altrettanto vendicativo e in questo quadro Enrico Letta è perfetto, perché può essere buono sia per un governo che si dovesse riuscire a formare sia per un esecutivo che dovesse formarsi dopo le elezioni. Perché al Nazareno cominciano a dubitare di una vittoria schiacciante di Salvini e comunque sperano di giocarsi una partita dall’esito affatto scontato. E Letta potrebbe essere gradito anche a Forza Italia che ci fece il governo al tempo di Bersani alla guida del Pd.

Far masticare amaro Renzi
Certo, con uno come Letta a Palazzo Chigi Renzi masticherebbe amaro e potrebbe essere la mossa che fa ribaltare il tavolo. E anche qui, in fondo, Zingaretti non ha alcun interesse – nonostante quel che dice – ad un governo di lunga durata in cui conterebbe ben poco con quei gruppi parlamentari in mano al “nemico”.

Zingaretti conta di più se è chiamato a fare le liste elettorali. Gli serve far saltare il tavolo e costruire il dopo elezioni. L’impressione, a consultazioni appena all’inizio, è che sulla schedina della crisi convenga ancora puntare sulla tripla con una propensione al voto anticipato.