La politica invoca Bertolaso: “Grazie, ma resto in Africa”

«Sarebbe estremamente importante, in un momento così difficile della vita del Paese, che le istituzioni parlassero con una voce unica, autorevole, capace di dare indicazioni coerenti e competenti e quindi di infondere fiducia nei cittadini.

Questa figura c’è, il suo nome è Guido Bertolaso: sono certo sia disponibile e ha già dimostrato con i miei governi di essere capace di gestire gravi emergenze in modo esemplare, riconosciuto in tutto il mondo». La voce del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi non è l’unica a levarsi per invocare con forza il nome dell’ex capo della Protezione civile per gestire questo momento ricoprendo il ruolo di supercommissario, figura sulla cui istituzione si sta ragionando a Palazzo Chigi.

L’idea è di un individuare qualcuno che possa essere il punto di riferimento di tutta la filiera dell’emergenza, dalle decisioni da prendere alle indicazioni da dare fino alla loro comunicazione alle persone che ora più che mai necessitano di coerenza e di fiducia. Il nome del medico specializzato in malattie tropicali che ha guidato per nove anni il cosiddetto «pronto soccorso» del Paese, dove fu chiamato nel 2001 da Berlusconi, circola da giorni nelle stanze di Palazzo Chigi. Il pensiero all’uomo che ha gestito le emergenze terremoto in Abruzzo, che è stato commissario straordinario del governo per la prevenzione da rischi della Sars nel 2003, e commissario per l’emergenza rifiuti in Campania (nel 2006, nominato da Prodi), è bipartisan. Ma il diretto interessato si sfila: «Grazie, ma lavoro in Africa con mia figlia», ha fatto sapere ieri.

Il premier Conte a domanda di Repubblica si è limitato a dichiarare che «stiamo affrontando un’emergenza con cui l’Italia, quantomeno nella sua storia più recente, non si è mai confrontata. Sono risoluto a ricorrere a qualsiasi mezzo per proteggere i cittadini e sicuramente potenzieremo la squadra». Oltre a Bertolaso le indiscrezioni danno anche sul tavolo anche un’altra opzione, quella di nominare un politico anziché un tecnico, che andrebbe a ricoprire l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’emergenza Covid19.

Il primo a lanciare Bertolaso è stato due giorni fa il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. All’indomani del pasticcio sulle bozze dei decreti con misure restrittive per la Lombardia e per il resto del Paese che sono state diffuse prima che fossero firmate, l’ex premier ha suggerito «al governo per il futuro di affiancare alla struttura valida che già sta lavorando, personalità che abbiano un’esperienza nella gestione delle crisi. Ci vuole Bertolaso, una personalità che abbia una capacità di lavorare con governi di tutti i colori e che sia anche capace di mettere le mani nella comunicazione istituzionale durante la crisi, che è un tema fondamentale, e nella gestione dell’emergenza».

Della stessa idea il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, secondo cui richiamarlo in servizio «sarebbe non soltanto una scelta giusta, viste le evidenti difficoltà che, in particolare a livello di decisione e di comunicazione a Palazzo Chigi, sono emerse, ma sarebbe anche un modo per restituire con riconoscenza all’ex capo della protezione civile il suo ruolo nell’ambito dello Stato», dopo anni di processi e polemiche.

L’azzurra Mariastella Gelmini aupisca che l’esecutivo ascolti gli appelli e che «lo chiami subito, lo coinvolga immediatamente, e gli dia in mano la gestione di questa crisi. Serve un uomo macchina di spessore, capace di assumere decisioni difficili, e di comunicarle con correttezza e chiarezza al Paese».