La Fornero detta le regole: addio alla pensione anticipata

Elsa Fornero entra a gamba tesa sulla riforma previdenziale che molto probabilmente approderà in manovra. L’ex ministro del governo Monti ha le idee chiare su quale scenario può palesarsi dopo l’uscita di scena di Quota 100 con l’arrivo del 31 dicembre 2021. E così sul tema delle pensioni, tanto dibattuto nella maggioranza, l’economista detta la sua ricetta: no a Quota 102 e Quota 41, ma puntare sui correttivi per evitare bruschi innalzamenti dell’età della pensione. Bocciata, invece, Quota 100, definita una “controriforma in cui tante persone finiscono ingabbiate, giusto abbandonarla”.

Via la pensione anticipata

Per Elsa Fornero, intervistata da La Stampa, la misura varata dalla Lega è parziale e limitata nel tempo. “Di fatto una specie di trappola”, spiega, “a scapito di quelli che maturano i requisiti poco dopo la sua scadenza. È chiaro che serviva uno scivolo prima, forse bisognava intervenire già l’anno scorso”. In questa legge di bilancio, tuttavia, il governo deve affrontare il capitolo pensioni. Come procedere? Fornero pensa alla prima versione del Pnrr, in cui si parla di trovare nell’ambito del sistema pensionistico dei correttivi per evitare bruschi innalzamenti dell’età della pensione. Puntare tutto, quindi, su misure come Opzione donna, Ape sociale, Ape volontaria, Rita, ed interventi per lavori usuranti.

Strada bloccata a Quota 102 e 41, dunque. Secondo la Fornero, tali misure “riprodurrebbero quella ingiustizia nei confronti delle nuove generazioni rispetto alle quali noi stiamo sempre a piangere salvo poi non essere mai conseguenti”.

Quanto al Reddito di cittadinanza, Fornero afferma che “qualche risultato buono è stato ottenuto, ma sulle politiche attive ha clamorosamente fallito”. La misura grillina non deve essere abolita, ma modificata per ridurre il costo complessivo, cercare di aiutare le famiglie più numerose e gli immigrati che “oggi per lo più ne sono esclusi” e tener conto “dei diversi livelli di costo della vita tra regioni e città diverse”.

Le proposte sulle pensioni

Dopo mesi di discussioni, il governo non ha ancora imboccato una strada certa per quanto concerne il tema pensioni. Tante le proposte arrivate dai vari partiti, e non solo. Intanto si avvicina il prossimo consiglio dei ministri, dove non mancheranno scintille.

Quota 100 è in via di scadenza, e non sarà rinnovata. Sembra che si voglia puntare su un suo superamento a costo zero, puntando su altre misure. Si parla adesso di un rafforzamento del contratto di espansione, che prevede la possibilità di pensionarsi 5 anni prima rispetto al tempo previsto, vale a dire a 67 anni di età oppure a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (uno in meno per le donne).

C’è poi la proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che ha avanzato l’idea di una uscita anticipata a 63-64 anni, con erogazione della quota contributiva. Per le lavoratrici di sesso femminile, potrebbe restare Opzione donna. In questo caso le lavoratrici possono chiedere la pensione con un’anzianità contributiva di 35 anni o superiore e un’età anagrafica di 58 anni anni o superiore in base che siano dipendenti o autonome.