La follia dei 5 Stelle: i “navigator” dei cinghiali

Arrivano anche i «navigator» dei cinghiali. Pardon, gli «ausiliari per il controllo faunistico»: selezionati, formati dal ministero, qualificati e ovviamente assunti, almeno per un anno.

La figura è prevista in una proposta di legge attualmente in discussione in commissione Agricoltura alla Camera e firmata dal presidente Filippo Gallinella, del Movimento 5 Stelle.

Dopo l’epica stagione dei forestali dunque, qualcuno già intravede all’orizzonte, a rinverdirla, una nuova era degli ausiliari del controllo faunistico. Questa l’ultima singolare trovata nell’Italia grillina, dove sempre di più pare avverarsi il profetico adagio di Ennio Flaiano secondo cui «la situazione è grave ma non è seria».

Maledettamente grave infatti è il problema di partenza, quello dei danni provocati dagli animali selvatici. Si parla di devastazioni all’agricoltura e di incidenti stradali causati soprattutto dai cinghiali, che la Coldiretti stima ormai presenti in Italia in circa un milione di capi, cifra raddoppiata in dieci anni. Secondo Coldiretti, solo in Lombardia i danni prodotti dalla fauna selvatica (molto impegnate anche le nutrie) negli ultimi tredici anni hanno superato i 17 milioni, di cui 13 per assalti ai campi e 4 per schianti automobilistici. E in sei anni si calcolano 400 incidenti. Proprio in commissione è emerso che fra il 2017 e il 2018, in Italia, sono morte 28 persone per via degli ungulati. È anche per fermare questa strage che è nata l’idea di un intervento, ovviamente finalizzato al contenimento di queste specie, che spesso sono alloctone e quindi turbano anche gli ecosistemi naturali. La soluzione era a portata di mano, dettata dalla logica: usare i cacciatori. Storicamente presenti in gran numero in molte regioni, i cacciatori sarebbero volontari e capaci di operare con cognizione di causa in un ambiente che conoscono e in cui sono sottoposti a limiti e controlli.

Tutto troppo facile. Come per incanto, la fantasia statalista e moralista dei 5 Stelle ha prodotto una soluzione diversa: gli ausiliari che – secondo l’articolo 22 della proposta, quello più contestato – dovrebbero essere selezionati con concorso, assunti a tempo determinato per almeno un anno con provvedimenti regionali, formati e addestrati dal ministero e sottoposti al coordinamento della polizia provinciale, o dei carabinieri forestali o delle Regioni. «Una marchetta» ha sintetizzato Maria Cristina Caretta di Fdi. «Sa molto di prima Repubblica – commenta l’assessore lombardo all’Agricoltura, Fabio Rolfi -. Dopo avere avuto un forestale per ogni albero in molte zone, ci sarà un ausiliario per ogni cinghiale. Altro che assumere persone ancora da formare, occorre riconoscere i selecontrollori: cacciatori già formati che possono attuare i piani di controllo in maniera volontaria. Sono migliaia di persone già disponibili in tempo zero». «La visione statalista e anticaccia di Pd e 5 Stelle – conclude – rischia di creare disastri. Pd e cinque Stelle invece che risolvere il problema con buonsenso aumentano burocrazia e rischiano effetti nefasti sulla spesa pubblica per una percezione tarata della realtà».