La folle idea dei 5 Stelle: “Immuni sia obbligatoria”

 

Alla fine il Movimento 5 Stelle è uscito allo scoperto: vorrebbe rendere obbligatorio l’utilizzo dell’applicazione Immuni. Una presa di posizione del genere era nell’aria.

Anzi, c’è da meravigliarsi per come sia arrivata solamente adesso. La folle idea è stata lanciata dal capo politico dei grillini, che ha spiegato come vorrebbe potenziare l’app creata per aiutare a combattere l’epidemia di Coronavirus: “È molto importante che tutti i cittadini la scarichino e che Enti locali e associazioni di categoria facciano campagne per rafforzare la consapevolezza di tutti rispetto a questo strumento”. Ecco perché Vito Crimi sostiene fortemente una ulteriore valorizzazione dello strumento: “Occorre potenziare l’utilità della app Immuni, rendendola obbligatoria per l’accesso a determinati luoghi o servizi e verificando che tutto il sistema sanitario sia in grado di sfruttarne le potenzialità”.

Il pentastellato si è detto preoccupato dall’aggravarsi della situazione in Italia: solamente nelle ultime 24 ore si sono registrati 10.925 nuovi casi di positività, a fronte di 167mila tamponi (record). Siamo comunque ancora in tempo per prendere misure volte a ridurre la crescita esponenziale della curva dei contagi di questi ultimi giorni. Non a caso il nuovo Dpcm dovrebbe essere partorito nelle prossime ore: da Palazzo Chigi fanno sapere che il premier Giuseppe Conte nella giornata di domani, domenica 18 ottobre, illustrerà tutte le novità del caso. “Bisogna intervenire sulla capacita di fare i test, in modo rapido e aumentandone la quantità, ma che siano mirati e non casuali e che siano tracciati i risultati. Aumentare le dotazioni di test rapidi, diversi dal c.d. tampone, aumentare i punti di prelievo, potenziare il personale e le modalità di elaborazione dei risultati per aumentarne l’efficienza”, suggerisce Crimi.

“Ora bisogna tracciare”

Nel calderone dei consigli del reggente del Movimento 5 Stelle rientra anche la necessità di un tracciamento chiaro, mediante dati ben strutturati, delle modalità con cui il virus si diffonde: “Questo è essenziale per aver chiaro il quadro entro cui ci muoviamo e consentire interventi mirati. Subito servono comunque misure più restrittive che ci consentano di contenere la crescita”. Pertanto ha invitato il governo giallorosso, in collaborazione con la comunità scientifica, a individuare tempestivamente le situazioni a maggior rischio di contagio, ovvero quelle in cui è più difficile controllare il rispetto di regole e protocolli: “Mentre al ristorante sappiamo che si possono far rispettare le distanze, ciò non avviene per la movida”. Nasce da questo presupposto l’intenzione di una stretta sulla somministrazione di alimenti e bevande al di fuori dei luoghi in cu non è possibile verificare il rispetto dei protocolli, “dove l’aggregazione spontanea non è controllabile”.

Altro tema cruciale resta quello del trasporto pubblico locale, il vero tallone d’achille che rischia di vanificare il lavoro fatto fino ad ora dalle scuole: “Occorre incrementare i mezzi anche ricorrendo a quelli di privati, pullman turistici e altri mezzi di trasporto attualmente fermi (taxi ed ncc per esempio) o di altre istituzioni (ad esempio forze armate), intervenendo anche con la riduzione delle occasioni di movimento ricorrendo nuovamente a livelli più alti di smart working”. Così come suggerito dal Comitato tecnico-scientifico, dopo una clamorosa giravolta a distanza di poche ore, andrebbero aumentati i controlli sui mezzi di trasporto affinché vengano rispettate distanze e riempimento. Crimi infine ha posto l’attenzione sulla tutela delle fasce più deboli della società, ad esempio gli anziani nelle Rsa, “con misure restrittive straordinarie”. Ma prima di arrivare al tracciamento dei contatti dei pazienti positivi andrebbero aumentate immediatamente le dotazioni di terapie intensive, riattivati i covid hospital e individuati i “criteri univoci per l’ospedalizzazione”.

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