La bordata di Scalfari: “Salvini è un dittatore”

Eugenio Scalfari non rinuncia a parole dure nei confronti di Matteo Salvini. Nel suo articolo pubblicato oggi su La Repubblica, ha voluto sferrare un forte attacco all’ex ministro dell’Interno: a suo giudizio non rappresenterebbe “un vero capo conforme a un Paese populista che sfoci inevitabilmente in una dittatura”.

Sarebbe da considerarsi comunque “un dittatore” che però “deve essere al servizio di qualcuno di patria diversa”. E perciò lo scrittore ha aggiunto: “Lui è adatto ad assumere il titolo di presidente dell’Italia, che lascerebbe il posto di padrone del Mediterraneo al presidente di tutte le Russie, Vladimir Putin”. Il leader della Lega potrebbe svolgere il ruolo di “suo alto rappresentante nel Mediterraneo e in un’Italia asservita all’interno e rappresentante internazionale d’un grande impero straniero”.

Di Maio e Renzi
Il giornalista ha voluto fare un focus sui personaggi politici attuali. Nel mirino è finito anche Luigi Di Maio, alle prese con le divisioni interne al Movimento 5 Stelle anche sulla questione del Mes, il fondo salva-Stati: “È volutamente tutto da solo per dare più evidenza a uno dei partiti numericamente più modesti che esistano in questa fase delicata della politica italiana”. La natura degli iscritti grillini è “populista” ma ha fatto notare che “come tale non è in crescita bensì in decrescita e tuttavia la sua presenza in Parlamento è ragguardevole”.

Giuseppe Conte prima era considerato “il primo ministro burattino manovrato da due vice-primi ministri burattinai (Salvini e Di Maio)”, ma ora – in seguito al matrimonio giallorosso – la struttura ministeriale è stata capovolta: da una parte Salvini “auspica lo scioglimento delle Camere e una nuova votazione entro i primi mesi dell’anno prossimo”; dall’altra il capo politico dei 5S “è abbastanza centrale nonostante la gracilità numerica dei propri iscritti populisti”.

Scalfari infine ha trattato il profilo di Matteo Renzi: “Non ha alcun maestro, viene da una famiglia di buona borghesia, con parecchie virtù di mente sveglia in affarucci di provincia e in qualche affare un po’ più consistente. Cultura vera e propria del tutto assente”. Il fondatore di Italia Viva è nato “già fornito di intelligenza politica e attrazione verso il potere assoluto”, con alcune caratteristiche piuttosto sviluppate: “Fiuto politico, spregiudicatezza morale, provenienza e carattere di media borghesiaprovinciale”. Infine il giornalista ha fatto un parallelismo con Napoleone: “La sua dittatura fu riservata agli eserciti e alle nazioni asservite ad alleanze che erano servitù”. L’ex segretario del Partito democratico “ha un potere tutto politico, non vuole altri partiti tra i piedi che detengano reali poteri”.