La Bielorussia non è più paese non nucleare con il referendum “smart”

A sorpresa ma non tanto la Bielorussia non è più paese non nucleare, lo è diventata con un referendum “smart” che è andato in perfetta e terribile aderenza con il delicato clima geopolitico mondiale. Ma che significa in sostanza? Che la Bielorussia non vuole aggredire nessuno, ma se qualcuno volesse usarla per aggredire terzi con armi nucleari, qualcuno tipo Vladimir Putin per esempio, tecnicamente adesso è possibile.

La Bielorussia e il referendum che la rende paese nucleare

Nella giornata del 27 febbraio più del 65% dei bielorussi ha detto sì alle modifiche alla Costituzione proposte da Alexander Lukashenko, presidente dal 1994 che oggi si ritrova con poteri ancor più rafforzati. La Commissione elettorale centrale ha annunciato l’esito del referendum nella notte, con un quesito per l’adozione o meno di emendamenti. E in perfetto sincrono con la guerra della Russia all’Ucraina è arrivato il si dei bielorussi.

Vale a dire dei cittadini del paese che dovrà ospitare i negoziati terminali fra Putin e Volodymyr Zelensky, presidente ucraino.

Le trattative di Mosca con Kiev e il rischio

Con il referendum e con Lukashenko che ha alluso alle sanzioni come ad un input allo scoppio della Terza Guerra Mondiale scompare anche l’obbligo per la Bielorussia di rimanere una “zona denuclearizzata”. Questo articolo sarebbe sostituito da un altro che esclude ogni “aggressione militare dal territorio” della Bielorussia, ma è roba molto più aggirabile, basta trasformare l’aggressione in difesa preventiva.

Gli Usa erano già molto preoccupati ad inizio del 2022 per questa sterzata legislativa, ma la sua attuazione in un momento così delicato rende quella preoccupazione molto più grande.