Italia rossa o Italia arancione: il governo pensa a un nuovo lockdown per le feste

Che fine ha fatto il modello Italia? Fino a poche ore fa la suddivisione in zone colorate veniva elogiata come un’idea d’avanguardia per la gestione dell’epidemia di coronavirus.

Eppure è bastata una domenica prenatalizia qualunque, con gli italiani che hanno fatto quel che è stato loro permesso di fare dall’allentamento delle restrizioni, per mandare nel panico il governo. Ha contribuito anche il pugno duro di Angela Merkel, che non senza remore ha imposto il lockdown in Germania per un intero mese a cavallo delle feste.

La combo tra riapertura negozi, bar e ristoranti, e cashback ma solo per spese negli esercizi commerciali sul territorio, uniti alla voglia degli italiani di riprendersi la loro libertà, ha inevitabilmente portato ad assembramenti e folla nelle città italiane.

Alla luce di quanto accaduto ieri nel primo giorno di zona gialla generale in quasi tutto il Paese, il governo è pronto a nuove e ancora più aspre restrizioni per i giorni di festa. Sono due le ipotesi sul tavolo sulle quali nelle prossime ore il governo e il Cts dovranno confrontarsi per raggiungere una soluzione che sembra ormai scontata: lockdown natalizio.

Sembra che Giuseppe Conte si sia dovuto piegare alle pressioni dei ministri rigoristi, Boccia e Speranza su tutti, che per evitare gli stessi errori dell’estate premono per restrizioni più severe nei giorni di maggior pericolo. Il rischio di una terza ondata è troppo alto per l’Italia, che non reggerebbe l’impatto sul sistema sanitario nazionale.

La decisione dovrebbe arrivare già oggi ma resta da capire se il governo deciderà per un “sistema arancione” generalizzato o se opterà per la via più drastica, ossia l’istituzione di una zona rossa totale per le feste di Natale.

Nel primo caso verranno garantiti gli spostamenti all’interno dei comuni e l’apertura di una buona parte dei negozi, con bar e i ristoranti che dovranno però restare chiusi. Nel secondo caso si tratterà di un vero e proprio lockdown, durante il quale si potrà uscire di casa solo muniti di autocertificazioni, alla stregua di quanto accaduto in alcune regioni a novembre.

L’unica deroga potrebbe essere concessa nel giorno di Natale per le funzioni religiose e per i comuni al di sotto di 5mila abitanti, ma solo se l’Italia dovesse essere arancione nei giorni di festa.

Su questo secondo scenario puntano i ministri rigoristi per raffreddare la curva epidemiologica e arrivare senza pressioni all’avvio della campagna vaccinale. L’idea è quella di istituire la zona rossa in Italia dal 24 al 27 dicembre e ancora dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi dal 5 al 6 gennaio.

Ma il governo pensa di estendere le misure anche all’ultimo weekend prima di Natale, quello del 19 e 20 dicembre, per evitare le scene viste ieri.

Il Cts sta spingendo per il lockdown appoggiato anche dal ministro della Salute: questa sarebbe l’unica misura utile per evitare l’onda d’urto della terza ondata su un sistema sanitario già provato, con ospedali ancora pieni di pazienti Covid e in concomitanza con il picco influenzale.

Proprio per questo motivo, alla luce dell’attuale situazione del Paese e degli scenari futuri, non è da escludere che nei prossimi giorni verrà varato un nuovo Dpcm in sostituzione di quello in essere.