Italia-Israele, scoppia il caos nelle strade: alta tensione, cosa sta succedendo
Una manifestazione pacifica ma carica di tensione ha animato oggi il centro di Udine, dove si è svolta una protesta pro Palestina in concomitanza con la partita Italia-Israele, valida per le qualificazioni ai Mondiali. La piazza principale, Piazza della Repubblica, ha visto radunarsi una folla compatta, anche se inferiore alle aspettative: circa alcune centinaia di partecipanti rispetto ai 10.000 annunciati alla vigilia. La manifestazione, organizzata dal comitato Udine per la Palestina con il supporto della Comunità Palestinese del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ha coinvolto oltre 300 sigle tra collettivi, associazioni e movimenti.
Il corteo, guidato da un camioncino bianco decorato con slogan come «Siamo tutti palestinesi», «Palestina libera» e «Non esiste sionismo buono», si è snodato lungo il centro cittadino sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, presenti in forze con polizia e carabinieri. La presenza massiccia di agenti, circa 1.000 secondo le stime, ha garantito il mantenimento dell’ordine, anche se la tensione si è percepita soprattutto nelle zone prossime allo stadio, dove si svolgeva il match tra Italia e Israele.
Nonostante la firma del trattato di pace a Sharm el-Sheikh avvenuta solo ieri, i manifestanti hanno ribadito con forza le proprie posizioni. Lo slogan principale, ripetuto anche sul grande striscione di apertura, recitava: «Il primo giorno di pace sarà l’ultimo giorno di occupazione». I partecipanti hanno esibito numerosi cartelli, tra cui uno con la scritta «Nessuno è libero senza Palestina libera», simbolo della loro richiesta di una soluzione definitiva al conflitto.
Tra le immagini più simboliche della giornata, quella della “Statua della giustizia bendata”, portata in corteo e ideata dall’architetto friulano Tommaso Pascutti. L’opera, che mostrava la personificazione della giustizia con in mano un cartellino rosso contro Israele, ha voluto sottolineare la richiesta di esclusione di Israele dalle competizioni sportive internazionali, in particolare dalla FIFA, come forma di boicottaggio politico e simbolico.
L’evento ha visto anche la partecipazione di attivisti provenienti da tutta Italia, uniti in una protesta che, pur pacifica nei toni, ha richiesto una forte presenza delle forze dell’ordine per evitare infiltrazioni o eventuali derive violente. La tensione si è fatta sentire soprattutto attorno all’area dello stadio, dove si svolgeva la partita, creando un clima di forte attenzione da parte delle autorità.
Dal punto di vista economico, la giornata ha avuto ripercussioni sul tessuto commerciale cittadino: molti negozi hanno abbassato le serrande per precauzione, alimentando il malcontento di alcuni residenti. Un commerciante del centro ha commentato: «È una giornata di lavoro persa per noi. Queste persone manifestano per una pace che è stata firmata. Che senso ha tutto questo?».
La manifestazione si è conclusa senza incidenti, con i partecipanti che hanno lasciato la piazza scaglionati sotto il controllo delle forze dell’ordine. Le autorità locali hanno espresso soddisfazione per l’assenza di scontri, ma hanno mantenuto alta l’attenzione per eventuali manifestazioni di protesta legate alla partita serale.
L’evento di oggi ha evidenziato ancora una volta come il tema della Palestina sia uno dei più divisivi in Italia, e come lo sport possa diventare un terreno di scontro simbolico e politico. La partita tra Italia e Israele, infatti, si è caricata di significati che vanno ben oltre il risultato sportivo, diventando un’occasione per esprimere posizioni e richieste di boicottaggio internazionale, in un clima di forte tensione e attesa.