Io, benzinaio onesto, vi racconto come vi truffano quando andate a fare benzina – FATE GIRARE LA VERITÀ

 

 

Solo due iniziali e il coraggio di parlare. G.P. è un giovane gestore di una pompa di benzina. Problemi non ne vuole avere e, quindi, preferisce l’anonimato, ma decide di raccontarmi cosa c’è dietro le truffe sul carburante.
Truffe diffuse sul tutto il territorio nazionale, come conferma la Guardia di Finanza che nel suo piano di controllo estivo ha visitato 905 distributori stradali di carburante, contestato oltre 200 violazioni, sequestrato più di 354 mila litri di prodotti petroliferi e denunciato i responsabili.

“I metodi per truffare il cliente esistono e spesso vengono messi in pratica da chi è senza scrupoli o da gestori spinti dalla disperazione per la crisi del settore. Un abitudine che danneggia i clienti, ma anche chi lavora onestamente”
Quali metodi vengono usati per le truffe?

“Principalmente quattro.*

1. Viene manomesso il distributore che emette meno di ciò che risulta al cliente. Vi faccio un esempio. Se la pompa eroga il 3-4% in meno, ogni 100 litri di benzina, 3 litri potranno essere rivenduti illegalmente, ogni 100 mila litri rimarranno nel serbatoio circa 3 mila litri che oltretutto verranno venduti senza pagare le tasse. Ecco che un piccolo/medio distributore avrà intascato, solo dalla truffa, 4.500 euro in un mese. Ad essere coinvolto in questo imbroglio non è solo il gestore della pompa, ma anche il tecnico che fa la manutenzione e che manomette il contatore o fa finta di non accorgersi della manomissione.

2. Il secondo metodo è spesso perpetrato dai dipendenti della pompa, a volte con la complicità del gestore. Viene usato nei momenti di punta, quelli in cui tante macchine sono in fila per fare rifornimento e i guidatori sono distratti. Succede che l’inserviente dopo aver fatto il pieno alla prima auto mette un fermo alla pistola erogatrice e la macchina non si azzera. Se la prima auto ha messo 10 euro e la seconda chiede 50 euro, il contatore partirà da 10 invece che da zero. E dieci euro saranno intascati dall’inserviente. Con questo sistema c’è chi riesce a rubare anche 200-300 euro al giorno.

3. Altro sistema, ormai meno usato, la benzina allungata, un metodo che oggi viene praticato soprattutto da gestori disperati per pagare qualche debito, visto che le conseguenze negative arrivano a breve giro. Funziona così. In una cisterna che contiene 10 mila litri di carburante vengono aggiunti circa 500 litri di olio esausto. In passato molti benzinai disonesti lo facevano visto che le automobili bruciavano di tutto, oggi le macchine moderne dopo un chilometro si fermano se la benzina risulta sporca.

4.L’ultimo sistema è il più remunerativo e coinvolge non solo il gestore ma anche chi fa manutenzione, chi trasporta il carburante e almeno un paio di persone che lavorano nella casa madre e rubano la materia manomettendo i registri. Si tratta della benzina a nero. Il carico viene venduto ad un terzo del costo (circa 50 centesimi a litro). Se considerate che una cisterna contiene 39 mila litri, il guadagno per il gestore della pompa è di 40 mila euro netti, visto che essendo a nero, non paga le tasse.
Insomma i metodi ci sono, ma gli onesti come me lavorano su strada, alle intemperie, a rischio rapina. Consideri che su mille litri venduti abbiamo un guadagna di 40 euro circa e che ogni mese dobbiamo anticipare 60-70 mila euro di spese. Insomma con una pompa di benzina cittadina medio piccola, tolte le spese per i dipendenti e la materia, si guadagnano circa 1.500 euro al mese, potrà capire che di soldi ne passano tanti, ma pochi se ne fermano.”

In effetti posso dirlo pensavo guadagnaste di più. G.P. sorride e prima di salutarmi si raccomanda: “Macché.. e poi capita pure qualche cliente disonesto che ti paga con i soldi falsi. Lo scriva che pure a noi ci fregano.”
Anche le Iene ne parlarono circa un anno fa. Luigi Pelazza realizzò un’inchiesta dal titolo “Ricevi tutta la benzina che paghi?”. Chi fa rifornimento è sicuro di ricevere esattamente la quantità di carburante che ha appena pagato? L’inviato intervista un benzinaio che racconta come, per capire se ci è stato dato esattamente il carburante che abbiamo pagato, sarebbe necessario tenere d’occhio la temperatura del carburante stesso.

IL TEST – Per capire meglio, viene realizzato un piccolo esperimento in un laboratorio chimico. Si prende un litro di gasolio che, alla temperatura di 15°C, pesa 833,9 grammi. Portando la stessa quantità di carburante a una temperatura di 25°C, cioè dieci gradi in più, il peso rimane uguale, ma aumenta di volume, di esattamente 5,8 millilitri. La macchina può percorrere più chilometri con un volume maggiore? L’inviato lo chiede alla dottoressa Daniela Maurizi (Segretario Ordine dei Chimici di Roma) che sottolinea come la parte di volume in più, procurata con il riscaldamento del gasolio, non serva a far percorrere alla macchina una distanza maggiore. Questo perché “è cambiato soltanto il volume. Le molecole che stanno all’interno, che sono quelle che danno energia al motore, sono le stesse. Si è soltanto gonfiato.”

COSTO E TEMPERATURA – Questo significa che i clienti al distributore pagano il gasolio o la benzina per il loro volume, cioè in litri, e non per il loro effettivo peso, che indicherebbe invece quanti chilometri possiamo realmente percorrere con quel carburante. Quindi, più il combustibile è caldo quando viene comprato, più volume in litri occupa e, quindi, più viene pagato.

LITRI IN PIÙ PAGATI DAI CONSUMATORI – Per legge la temperatura di riferimento della benzina o del gasolio che vengono immessi nel mercato è di 15°C. Ma le compagnie petrolifere a che temperatura portano il carburante dai gestori? Un benzinaio in Veneto, intervistato dalla Iena, mostra alcune ricevute di scarico: 27,8°C, 25°C e 31,8°C. E ancora 24,3°C, 21,9°C, 23°C e 24,7°C. Tutte temperature tutte più alte dei 15° C stabiliti dalla legge come riferimento per il pagamento delle tasse. La Iena analizza quindi un resoconto fornito dal benzinaio veneto che si riferisce al periodo gennaio-settembre. In questo esempio si evince che, nell’arco di 9 mesi, la differenza di temperatura tra i 15°C previsti dalla legge e i gradi effettivamente scaricati, produrrebbe un ammanco di 9.612 litri. Tolti i rimborsi che il gestore riesce ad avere dalla compagnia, rimarrebbe una differenza di 5.862 litri, che sarebbero i litri in più pagati dai consumatori e mai rimborsati da nessuno.

LO STATO E IL VUOTO NORMATIVO – Inoltre, secondo il documento con i dati del Ministero dello Sviluppo Economico – mostrato in seguito dall’inviato – la variazione di gradi tra il carburante scaricato alla pompa e i 15°C previsti dalla legge può produrre una differenza di litri venduti in più di centinaia di milioni di euro. E lo Stato, quando acquista il carburante, come si comporta? La Consip è la società dello Stato che si occupa degli acquisti dei beni e servizi dell’amministrazione pubblica, anche di carburante e prodotti petroliferi per riscaldamento. Il benzinaio veneto intervistato dalla “Iena” afferma come, nei capitolati d’appalto, la Consip metterebbe in maniera molto chiara come deve essere fatturato il prodotto, cioè come arrivare ai litri oggetto di fatturazione. I gestori non possono fare la stessa cosa perché, secondo lui, esisterebbe un vuoto normativo che potrebbe essere eliminato attraverso un sistema di compensazione tra i gradi a cui è stato scaricato il carburante e i 15°C di riferimento stabiliti dalla legge. A suo dire, basterebbe applicare alle cisterne e al distributore un semplice termometro che misuri la temperatura del prodotto e in automatico faccia il calcolo in modo che la benzina venga rapportata a livello di litri scaricati a 15°C. In alcuni Paesi, come la Svizzera, viene già adottato questo sistema di compensazione. Perché in Italia non viene utilizzato lo stesso meccanismo? La “Iena” prova a chiedere spiegazioni in merito al Ministro dello Sviluppo Economico e a consegnarle la documentazione. Luigi Pelazza riuscirà a consegnare le carte a una portavoce del Ministro Guidi.

Infine, 4 consigli per risparmiare sul pieno.

Risparmiare sul pieno si può, senza stare a inseguire la migliore offerta dei vari gestori. Ci sono poche attenzioni che, se adottate, permettono di risparmiare (e non poco) al momento del rifornimento secondo le indicazioni fornite sul sito di Ecofiltri, società che si occupa di filtri automobilistici.

MEGLIO DI MATTINA — Fare rifornimento al mattino presto, quando temperature ambiente e del suolo sono più basse. Le stazioni di servizio stoccano il carburante in depositi sottoterra: quando la temperatura del suolo è più bassa, la densità dei carburanti è minore. Durante il giorno, con il salire della temperatura, la densità aumenta: questo significa che un litro di carburante non sarà un litro esatto ma di meno.

POTENZA — Guai inoltre a usare al massimo la potenza della pistola erogatrice. Facendo rifornimento lentamente si risparmia denaro: se il carburante viene erogato lentamente, si crea meno vapore e la maggior parte dell’erogato entra effettivamente nel serbatoio in forma liquida.

OCCHIO ALLA LANCETTA — Conviene inoltre fare rifornimento prima che il serbatoio si svuoti di oltre la metà. Se la quantità di carburante nel serbatoio è inferiore a quella dell’aria infatti il combustibile tende a evaporare più in fretta.

TEMPI — Meglio non fare rifornimento quando stanno scaricando il carburante nell’area di servizio o subito dopo. Quando viene effettuata quest’operazione, il combustibile che resta nei depositi viene rimescolato e, con esso, tutte le sedimentazioni (anche di origine organica) formatesi sul fondo. Si corre il rischio di rabboccare del carburante poco pulito.