“Incrocio tra adenovirus e Omicron”: l’ultima scoperta sull’epatite acuta di origine sconosciuta

Sono almeno nove i casi di epatite acuta di origine sconosciuta che sta colpendo i bambini in Italia. Le segnalazioni stanno aumentando e si teme che possano crescere ancora come è già accaduto a dicembre con l’ondata di polmoniti da virus respiratorio sinciziale nei neonati. In queste ore preoccupa il caso del bimbo di 3 anni, trasferito dal Meyer di Firenze alla terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Altri due casi di bambini malati sono stati segnalati in Lombardia ma non sarebbero gravi. Giuseppe Maggiore, primario all’ospedale Bambino Gesù di Roma, precisa che “il bambino che abbiamo in cura è in terapia intensiva per una epatite severa con importante impegno del fegato. In questo momento questo bambino è in discrete condizioni, leggermente migliorato, stiamo alla finestra e vediamo l’evoluzione”.

I ricercatori anglosassoni che per primi hanno descritto l’epidemia si dicono sconcertati, molti si chiedono se stia circolando un microorganismo della famiglia degli adenovirus (nel caso del bambino toscano questa ipotesi è stata esclusa) o un ibrido in qualche modo imparentato con una delle ultime varianti del Covid, riporta il Giorno. 

“Sicuramente c’è stato un aumento del numero di casi di epatite in Europa che ha destato allarme”, osserva Guido Castelli Gattinara, presidente Sitip, Società italiana di infettivologia pediatrica. “Episodi simili, in Italia, sono estremamente rari, ma dobbiamo ugualmente fare attenzione, pronti a intervenire se un bambino sta male e manifesta sintomi caratteristici, quali il colorito giallo della cute”. “I pediatri hanno alzato il livello di guardia anche se in Italia”, prosegue Paolo Biasci, past president della Federazione italiana medici pediatri, “abbiamo ancora pochi elementi. Purtroppo sembra che queste epatiti si stiano diffondendo, come tutte le infezioni virali. Covid ci ha insegnato che all’inizio si brancola nel buio, con queste epatiti succede qualcosa di analogo. Per cui è possibile pensare a una variante, ci sono delle segnalazioni che ci sia un incrocio tra adenovirus e una variante di Omicron, la BA2, predominante in Scozia”.