Inaudita violenza a Torino: negozi assaltati, devastati e saccheggiati. Arrestati due razziatori egiziani (Video)

Due agenti feriti, dieci persone fermate, quattro denunciati, l’austera eleganza sabauda del centro solcata dalle devastazioni, vetrine distrutte, negozi «in» saccheggiati, scontri, incendi.

Non è la Minneapolis del giugno scorso investita dalle proteste del Black lives matter o la Parigi del 2018 dei gilet gialli ma la Torino di ieri sera, dove le frange dei soliti noti – anarchici, antagonisti, antifascisti dei centri sociali accompagnati da drappelli di saccheggiatori nordafricani – si sono abilmente disciolti nel marasma delle manifestazioni – legittime e pacifiche – contro le misure previste dal nuovo Dpcm.

Due piazze, due modi di manifestare
Così, mentre in piazza Vittorio Veneto cittadini, commercianti, imprenditori manifestavano pacificamente e con autorizzazione della questura contro tutti quei provvedimenti anti-covid che stanno per lasciare in ginocchio il Paese, in Piazza Castello si coagulavano schiere di antagonisti dei vari squat cittadini accompagnati, nelle retrovie, dai «fratelli migranti» ingolositi dal contenuto delle vetrine griffate del centro cittadino.

Caos e distruzione: il regalo di anarchici e immigrati
Risultato, quello di sempre: vetrine infrante, bombe carta, saccheggi, lancio di lacrimogeni, cassonetti rovesciati e incendiati. Non lo diciamo noi perché siamo cattivi, lo racconta il Corriere, che parla di «una decina di anarchini» e «quattro gruppi di manifestanti hanno attaccato contemporaneamente le forze dell’ordine», in mezzo a loro «molti ragazzi di origine straniera. Immigrati di seconda generazione arrivati dalle periferie», wannabe giovani Balotelli desiderosi di rivalsa sociale ottenuta riempiendosi le tasche di beni di lusso. All faccia dell’integrazione, insomma, ecco i personaggi per cui la sinistra batte il ferro dello ius soli.

E infatti la cronaca cittadina parla chiara: sono due i cittadini egiziani, uno dei quali minorenne, tratti in arresto e accusati di furto aggravato ai danni del negozio Gucci e resistenza aggravata. Dove sono quindi i «fascisti» subito additati da Lerner e Berizzi come autori dei saccheggi? Dove sono le «Piazze nere» organizzate da «violenti che sfidano lo Stato» si cui parla Berizzi? Forse si riferiva alla loro sovrabbondanza melaninica?