In risposta alle sanzioni dell’occidente, il presidente russo Vladimi Putin ha firmato un nuovo decreto contenente misure di ritorsione contro i Paesi ostili: tra questi c’è anche l’Italia. Ecco cosa cambia

IL NUOVO DECRETO DI PUTIN CON MISURE IN MATERIA DI VISTI
Fin dall’inizio del conflitto in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha risposto alle sanzioni dell’occidente con delle misure di ritorsione. Nelle scorse ore, con un nuovo decreto, Putin ha deciso di inasprire ulteriormente queste misure, in particolare in materia di visti: il provvedimento, come riporta Virgilio.it, è stato pubblicato sul portale delle informazioni legali nella giornata di lunedì 4 aprile.

QUALI SONO I PAESI INTERESSATI
Il decreto, come riporta l’agenzia Tass, nasce dalla necessità di adottare misure urgenti per rispondere alle azioni ostili dell’Unione europea: il provvedimento, tra l’altro, ha come effetto la sospensione di alcune disposizioni degli accordi sulle procedure semplificate di rilascio dei visti. Le misure riguardano Unione Europea, Norvegia, Danimarca, Islanda, Svizzera e Lichtenstein. Con questo provvedimento la Federazione Russa ha sospeso una serie di clausole di accordi sull’agevolazione dei visti con i suddetti Paesi.

COSA CAMBIA CON IL NUOVO DECRETO
L’occidente, dopo le immagini del massacro di Bucha, ha deciso compatto di inasprire ulteriormente le sanzioni nei confronti della Russia. Anche per questo motivo Putin ha introdotto nuove misure di ritorsione. Tra queste c’è l’ultimo decreto firmato nelle scorse ore, che rende nulla la procedura semplificata per fare richiesta del visto ai fini della visita. Il decreto, inoltre, annulla anche i visti multipli di un anno per delegazioni ufficiali e giornalisti, i visti multipli di cinque anni per i membri di governi, parlamenti e tribunali nazionali e regionali.

 

SANZIONI ANCHE ECONOMICHE
E non è tutto: le misure, infatti, hanno anche risvolti economici. Il decreto, infatti, annulla l’esenzione dal pagamento delle tasse di visto per le delegazioni ufficiali, legislatori e funzionari governativi e l’ingresso senza visto per i titolari di passaporti diplomatici.