Il piano di Berlino e Parigi per riprendersi tutta l’Europa
Parigi e Berlino preparano un piano per “riprendersi” l’Europa. Germania e Francia infatti negli ultimi tempi hanno dovuto fare i conti con un indebolimento delle leadership di Macron e della Merkel. Il primo messo alla prova dalle rivolte dei gilet gialli, la seconda da qualche passo falso nelle consultazioni elettorali e soprattutto dai problemi legati all’allarme scattato per Deutsche Bank.
E così dalle parti di Berlino e Parigi si lavora ad un documento congiunto (leggi qui il dossier) da sottoporre agli Stati membri Ue per ridisegnare l’Unione europea entro il 2022. Merkel e Macron pensano ad una Conferenza sul futuro dell’Europa che possa finire i lavori nei prossimi tre anni. “Accogliamo con favore l’iniziativa della nuova Commissione europea per una conferenza che inizi nel 2020 e finisca nel 2022, sottolineando al contempo la necessità di un’ampia partecipazione di tutte le istituzioni Ue, degli Stati membri e dei nostri cittadini per farne un successo con risultati tangibili”, fanno sapere le diplomazie franco-tedesche in un “non-paper” riportato dall’Agi. Ma subito dopo nello stesso documento vengono subito piazzati dei paletti sull’assetto e le competenze che dovrà avere questa Conferenza. Innanzitutto Merkel e Macron chiedono che la Conferenza venga presieduta da una “personalità di grande livello” che possa essere affiancata da un “comitato direttivo” in cui siedono dei rappresentanti delle istituzioni Ue, degli Stati membri e della società civile. Nonostante il rapporto presentato dal Francia e Germania indichi una iniziativa dal basso verso l’alto, da parte della Cancelleria e da parte dell’Eliseo, vengono già delineati alcuni obiettivi: “Il ruolo dell’Ue nel mondo, la politica di sicurezza e difesa, il vicinato, la digitalizzazione, il cambiamento climatico, le migrazioni, la lotta contro le disuguaglianze , l’economia sociale di mercato, lo stato di diritto e i valori europei”.
Francia e Germania poi dettano già l’agenda indicando anche la “time-line” di questo processo di riforma Ue: una prima fase di lavori, da febbraio all’estate del prossimo anno, dovrebbe concentrarsi sulle questioni legate al funzionamento democratico dell’UE, come le liste transnazionali e il sistema degli Spitzenkandidaten per l’elezione del presidente della Commissione. Nella seconda fase, che si dovrebbe aprire a metà 2020 sotto la presidenza di turno della Germania e chiudersi a inizio 2022 sotto la presidenza di turno della Francia, la Conferenza dovrebbe concentrarsi sulle priorità politiche. Insomma i lavori si aprirebbero sotto la supervisione tedesca e si chiuderebbero con la Francia al timone delle presidenza. La sensazione è che i due Paesi vogliano ridisegnare l’assetto Ue secondo i propri interessi. E anche in questo caso l’elemento chiave sarà come verrà declinata la gestione dei flussi migratori in questa nuova Ue. A trazione franco-tedesca…