Il Nord rischia nuove zone rosse E ora chi “evade” potrà essere punito

Allargamento delle zone rosse ed eventuale proroga delle misure di isolamento e contenimento, compresa ovviamente la chiusura di scuole e uffici pubblici.

Covid-19 non rallenta e l’assedio deve continuare. Il bollettino quotidiano della Protezione Civile e dell’Istituto Superiore di Sanità aggiorna i dati sul contagio che compongono pezzo dopo pezzo l’identikit del coronavirus che qui in Italia e in particolare in Lombardia sta mettendo sotto pressione il servizio sanitario nazionale con un’epidemia che non ha precedenti nel nostro Paese da almeno mezzo secolo. E il presidente Iss, Silvio Brusaferro ha confermato che la «realtà della Lombardia è particolare perché i dati mostrano un incremento in alcune aree» e quindi si sta valutando se allargare la zona rossa al bergamasco.

E l’Iss sta anche studiando misure per chi viola l’isolamento domiciliare. «Non rispettare la quarantena, specie se si è positivi al Covid-19, e uscire non è una bravata. Non si deve fare. E stiamo studiando delle conseguenze», avverte Brusaferro.

I casi totali sono 4.636, cifra che contiene i 523 guariti e i 197 deceduti di ieri. Nel confronto con il totale di due giorni fa abbiamo 778 casi in più, in Lombardia sono 361.

Tre i dati che destano maggiore preoccupazione nelle autorità sanitarie. Il primo è quello che riguarda le persone ricoverate in terapia intensiva. Sono 462 i casi critici aumentati quindi di 111 unità in un solo giorno. Un dato che rappresenta il 19 per cento del totale e che dunque è quello che rischia di mandare in tilt il sistema. Per questo il commissario all’emergenza Borrelli ha pianificato l’eventuale allestimento di ospedali da campo e soprattutto il reperimento di ausili respiratori che possono essere usati anche a domicilio in alternativa al ricovero.

Il secondo è che tra i contagiati la percentuale di medici infermieri e operatori sanitari è davvero alta. «Vengono stimati sopra i 250 gli operatori che in questo momento vengono valutati sia positivi che come contatti stretti», ha precisato il presidente Iss, Silvio Brusaferro. L’altro dato preoccupante è quello della mortalità che sicuramente dovrà essere rivalutato alla fine dell’epidemia, come sottolinea anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma che al momento è davvero alto: il 4,25 del totale mentre la percentuale dei guariti è l’11,28. Numeri che andranno aggiornati ma ai quali occorre affiancare il dato dell’età e della comorbilità. I deceduti di ieri avevano un’età compresa tra i 62 ed i 95 anni e l’età media dei morti è in generale di 81 anni. La maggioranza aveva patologie pregresse. La Lombardia resta la regione più in affanno con 2.612 casi totali e 309 persone in terapia intensiva ma ci sono situazioni di allarme anche in altre regioni.

Ad Arezzo una maestra è risultata positiva al coronavirus e di conseguenza 112 bambini che frequentavano la stessa scuola sono stati messi in isolamento domiciliare in attesa dell’esito dei test. A Roma si attende con il fiato sospeso l’esito dei controlli su tutto il personale dell’ospedale San Giovanni che è entrato in contatto con la donna di 87 anni deceduta due giorni fa e risultata positiva al coronavirus. Tutti, medici ed infermieri, si trovano in isolamento domiciliare. Un altro ospedale sotto osservazione è Molinette di Torino dove due anziani coniugi non hanno avvertito i sanitari che avevano avuto contatti con il figlio che lavora in zona rossa vicino Lodi. Soltanto dopo alcuni giorni di ricovero è emerso che erano positivi al Covid-19 e tutto il reparto dove si trovavano altri degenti è stato messo in quarantena.