Il governo regala 20 milioni alle Ong
È cambiata alla svelta l’aria nel Viminale de-salvinizzato. Altro che decreti sicurezza da rivedere o avvio di nuovi criteri e modalità di confronto con le Organizzazioni non governative: il ministero dell’Interno, ha messo in piedi un’iniziativa senza precedenti per finanziare le Ong, improvvisandosi donatore della cooperazione internazionale per ben 20 milioni di euro.
Delle proposte progettuali da finanziare non si occuperà più il ministero degli Esteri, tanto meno la direzione generale per la cooperazione allo sviluppo o l’Agenzia preposta, bensì l’ufficio per le relazioni internazionali del dipartimento per le Libertà civili e immigrazione del Viminale.
Già nelle settimane successive al passaggio di consegne da Matteo Salvini a Luciana Lamorgese si è palesemente affermato un cambio di passo: l’apertura dei nuovi bandi di gara per la gestione dei centri d’accoglienza straordinaria da qui al prossimo biennio, l’avvio delle nuove procedure per l’ospitalità diffusa in provincia, la ripartenza di nuove campagne per la promozione dei rimpatri volontari e non ultimo, appunto, l’accettazione dei consigli elargiti dall’Ocse di finanziare le Ong «attraverso un sostegno flessibile e diretto». E il sostegno non si è fatto attendere.
Tra qualche giorno il ministero dell’Interno pubblicherà un avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali di cooperazione ed assistenza ai Paesi terzi in materia di immigrazione e asilo, con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro da assegnare a organizzazione non governativa ed enti locali. I Paesi destinatari saranno Chad, Costa d’Avorio, Etiopia, Ghana, Libia, Mali, Niger, Nigeria e Tunisia dove tutti i progetti dovranno affrontare le cause profonde delle migrazioni attraverso lo sviluppo socio-economico, la creazione di opportunità di lavoro, ma anche il miglioramento dei servizi di protezione dell’infanzia. E ancora modalità di sostegno dei sistemi anagrafici e protezione dei rifugiati. Temi senz’altro di grande impatto sociale purtroppo però appannaggio, almeno finora, della cooperazione internazionale contando che è stata messa in piedi e nell’ultimo anno addirittura incrementata con nuove assunzioni l’Aics, realtà alle dipendenze dirette del ministro degli Esteri.
Già. Se ne sarebbe dovuto occupare Luigi Di Maio, ma il leader di M5s, 4 mesi fa, aveva accusato le Ong di favorire gli scafisti. Una delle sue consuete capriole. Piuttosto, alla Farnesina si ammette che la cooperazione è completamente paralizzata dalla mancata ufficializzazione delle deleghe, dai tagli e dall’assenza di volontà politica di convocare gli organi decisori. Ringrazia la fitta rete di Ong, che già a metà gennaio otterranno un sostegno diretto e tangibile.